Con un giro d’affari superiore ai 4 milioni di euro annui, l’organizzazione aveva una struttura piramidale, con al vertice i promotori mentre, alla base, operava un’efficiente rete distributiva di spacciatori, ribattezzata dai sodali “batteria”, emulando il soprannome adoperato dalla banda della Magliana a enfatizzare il dinamismo del proprio gruppo operativo