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Epatite C: come gestire l'infezione cronica da HCV

27 ottobre 2015 | 00.40
LETTURA: 5 minuti

Epatite C: come gestire l'infezione cronica da HCV

L’epatite C è una malattia del fegato causata dal virus HCV. La via di trasmissione è quella del contatto diretto con il sangue di qualcuno già infettato dal virus.

La causa più comune di trasmissione è l’utilizzo promiscuo di aghi e siringhe infette non monouso. Altre cause meno comuni di trasmissione sono:

• la condivisione di rasoi, spazzolini o forbici da unghie con persone infette;

• il contatto accidentale con sangue infetto, situazione questa che riguarda per lo più gli operatori sanitari;

• l'esecuzione di tatuaggi e piercing con materiali non sterili;

• rapporti sessuali (anali, orali o vaginali) non protetti con partner infetti;

• praticare attività sessuale tra persone ad elevata promiscuità (partner multipli): questo aumenta il rischio di contrarre vari tipi di malattie veneree, le cui lesioni mucose possono rappresentare un fattore di rischio di trasmissione dell'epatite C. Infatti, nell'ambito di coppie monogame stabili non sussiste l'indicazione all'utilizzo del profilattico.

In rari casi l’HCV può essere trasmessa dalla madre infetta al bambino, durante il parto. Questo rischio è più consistente nelle donne coinfette con il virus HIV.

Il padre non trasmette il virus al nascituro attraverso la fecondazione.

Il sangue per le trasfusioni, potenziale veicolo di contagio, è oggi analizzato per rintracciare la possibile presenza del virus HCV. Pertanto il rischio di contrarre l’infezione tramite trasfusioni è da considerarsi accidentale e altamente improbabile.

Come si sviluppa la malattia da C?

Contrariamente alle altre epatiti, in cui la cronicizzazione della malattia era l’eccezione e non la regola, l’epatite C provoca con un unico evento acuto nella minoranza dei casi. Infatti solo il 30% circa delle persone infettate da HCV sono in grado di debellare il virus attraverso il lavoro del proprio sistema immunitario, e ciò accade nel giro di circa sei mesi. Il restante 70% dei pazienti che hanno contratto il virus, non si libera del virus stesso e sviluppa un’infezione da HCV a lungo termine o cronica.

Quali sono i sintomi?

La maggior parte delle persone con epatite C acuta e cronica sono asintomatici. Per tale motivo l’epatite C può addirittura richiedere decenni prima di dare manifestazioni clinicamente rilevanti e quindi essere diagnosticata.

I sintomi non differiscono in maniera sostanziale da quelli delle altre epatiti e includono debolezza, dolori articolari, prurito cutaneo, dolore muscolare, mal di stomaco e ittero (il presentarsi di un colorito giallastro della cute e delle sclere oculari).

Come si esegue la diagnosi?

L’epatite C è diagnosticata con un test del sangue. Tuttavia i comuni esami sul sangue condotti di routine non includono il test per HCV, pertanto la verifica sierologica deve essere richiesta esplicitamente dal medico curante.

Per questo motivo la maggior parte delle persone affette da epatite C asintomatica non sanno di avere la malattia. Potrebbero scoprire tale infezione se sono donatori di sangue in quanto nei donatori tale test è eseguito obbligatoriamente.

A volte, per approfondire le cause di un problema riconducibile al fegato, si evidenziano alterazioni persistenti degli enzimi epatici. In tal caso è buona norma proseguire nelle indagini per escludere o confermare l’infezione da epatite C e valutare se c'è - e di che entità è - il danno al fegato provocato dal virus.

Chi è a rischio di contrarre l’epatite C?

Chiunque è stato esposto al sangue di persone infette è a rischio. Quindi è opportuno eseguire un consulto medico per eseguire il test per HCV:

• se hai utilizzato anche occasionalmente siringhe monouso o cocaina(la cocaina in sé non provoca epatite ma spinge verso comportamenti a rischio) in modo promiscuo;

• se sei stato oggetto di trasfusioni o trapianti d’organo eseguiti prima del 1992 o trattati con fattori emocoagulativi prima del 1987;

• se fai terapia emodialitica a lungo termine;

• se noti una persistente anormalità dei livelli di transaminasi epatiche ALT;

• se fai parte di personale sanitario medico o paramedico esposto al rischio di ferite accidentali con aghi infetti o fonti di sangue positivo all’HCV;

• se sei nato/a da madre infetta;

• se hai abitualmente rapporti sessuali non protetti con partner a rischio o con storia di malattie a trasmissione sessuale;

• se ti sei fatto/a fare tatuaggi o piercing con aghi non sterili;

• se fai uso comune di rasoi, spazzolini o altri oggetti personali con persone infette da HCV.

Come trattare l’HCV?

Esistono oggi farmaci in grado di guarire l’epatite C, eradincando l’infezione.

Tali farmaci però non possono essere utilizzati in tutti i pazienti infetti da HCV: ad esempio esistono interazioni farmacologiche importanti, i pazienti con grave insufficienza renale o dialisi e le donne in gravidanza non possono utilizzare tali terapie. Pertanto è importante discutere i pro e contro del trattamento dell’epatite C con il medico specialista.

Qual è il miglior modo di prevenire l’epatite C?

Non ci sono vaccini per prevenire l’HCV, pertanto l’unico modo per prevenirla è evitare le fonti di rischio di contagio.

Come gestire l’infezione cronica da HCV?

L’epatite C è un'infezione che a lungo termine può portare a malattie epatiche fatali come la cirrosi e il tumore. Tuttavia con adeguati controlli medici, i pazienti con epatite C possono condurre una vita attiva e normale.

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