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Formaggi scaduti e muffe nel frigo: sospesi 3 caseifici

18 maggio 2017 | 08.53
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Tre sospensioni di attività del valore complessivo di 8.000.000 di euro (una in provincia di Ravenna; una in provincia di Forlì-Cesena; una in provincia di Rimini); il sequestro di circa 500 kg di materie prime, starter di attivazione di fermentazione, fermenti lattici ed altri additivi, con scadenza superata anche da molti anni, del valore di circa 50.000 euro; 10 sanzioni amministrative per un importo complessivo di 17.000 euro; 6 aziende segnalate alle competenti Ausl. Questo il risultato dell'attività di controllo, nel primo trimestre 2017, dei Nas di Bologna che hanno intensificato il monitoraggio della filiera produttiva del settore lattiero-caseario, nelle provincie di Bologna, Ferrara, Ravenna, Rimini e Forlì-Cesena. A seguito dei controlli che hanno interessato aziende operanti nella produzione e commercializzazione di latte, latticini, formaggi e derivati del latte destinati anche al settore dolciario, è stato possibile riscontrare numerose irregolarità.

In particolare in 3 caseifici della Romagna è stata scoperta la consuetudine di stampare in etichetta dei formaggi freschi, sempre la massima durata di scadenza oscillante tra i 15 ed i 25 giorni, a prescindere dal fatto che le referenze venissero immesse in commercio appena prodotte o nell’ultimo giorno utile prima della loro reale scadenza; presso uno stabilimento del forlivese è stato utilizzato per la produzione di formaggi, un edificio, in fase di realizzazione per l’ampliamento dell’azienda, privo dei requisiti igienici e della prevista agibilità.

Nello stesso stabilimento è stato individuato uno stock di yogurt alla frutta appena realizzato con confetture già scadute da tempo; nel ravennate, i laboratori di produzione e stoccaggio dei latticini risultavano versare in condizioni igienico-sanitarie e strutturali critiche, con celle frigo vetuste e invase dai muffe, oltre a intonaci cadenti dai soffitti proprio sopra i formaggi freschi in attesa di confezionamento; in un caseificio del bolognese, oltre a ravvisare pesanti criticità strutturali delle barriere che dovrebbero impedire l’accesso di insetti ed infestanti nello stabilimento, è emersa la consuetudine dei casari, a fumare e gettare i mozziconi di sigarette nei laboratori di produzione e nelle sale di stagionatura dei formaggi.

In un'azienda del riminese era abitudine, in assenza di idonea procedura o metodica certificata e testata, di riabilitare e procrastinare metodicamente le scadenze dei propri prodotti e delle materie prime, dopo l’avvenuta superata scadenza imposta all’origine.

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