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"Mettiamo bombe in tutte le chiese", l'intercettazione

17 dicembre 2018 | 11.23
LETTURA: 2 minuti

"Mettiamo bombe a tutte le chiese d'Italia. La Chiesa più grande dove sta? Sta a Roma?". E' questa una delle intercettazioni diffuse dalla polizia di Stato in seguito alla convalida di fermo di Mohsin Ibrahim Omar, noto come Anas Khalil, 20enne somalo in carcere a Bari dallo scorso 13 dicembre per terrorismo internazionale, ritenuto dalle agenzie per la sicurezza Aisi e Aise come affiliato al Daesh in Somalia e in contatto con una sua cellula operativa. La militanza nello stato islamico di Ibrahim si è concretizzata anche attraverso l'apologia di terrorismo operata su piattaforme social, in particolare su Facebook, dove ha diffuso post e foto aventi come contenuto l'esaltazione del "martirio". Apologia e condivisione che ha manifestato anche in occasione dell'attentato di Strasburgo. "L'urgenza di eseguire il provvedimento restrittivo - spiegano gli investigatori - è stata dettata dai riferimenti all'elaborazione di possibili progettualità ostili in relazione alle imminenti festività natalizie". (Video polizia di Stato)

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