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Leucemia, sintomi e tipologie

13 luglio 2019 | 18.52
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(FOTOGRAMMA)
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"Ho la leucemia". L'allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic parla in conferenza stampa, commosso ma determinato: "La sconfiggerò. Non ho paura, la affronterò e vincerò". Di cosa si tratta? Cosa va tenuto sotto controllo? Secondo quanto riportato sul sito 'Fondazione AIRC per la Ricerca sul Cancro', "le cellule che costituiscono la parte corpuscolata del sangue (globuli rossi, globuli bianchi e piastrine) originano da cellule immature, dette anche cellule staminali o blasti, prodotte dal midollo osseo, un tessuto spugnoso contenuto all'interno delle ossa lunghe e di alcune ossa piatte. Nelle persone colpite da leucemia vi è una proliferazione incontrollata di queste cellule, che interferisce con la crescita e lo sviluppo delle normali cellule del sangue".

TIPOLOGIE - Le leucemie, si legge, "vengono comunemente distinte in acute e croniche, in base alla velocità di progressione della malattia. Nella leucemia acuta il numero di cellule tumorali aumenta velocemente e la comparsa dei sintomi è precoce, mentre nella leucemia cronica le cellule maligne tendono a proliferare più lentamente. Con il tempo, però, anche le forme croniche diventano aggressive e provocano un aumento delle cellule leucemiche nel flusso sanguigno".

Un'altra importante distinzione, inoltre, "riguarda le cellule da cui origina il tumore: se la malattia nasce dalle cellule linfoidi del midollo osseo (dalle quali si sviluppano i globuli bianchi chiamati linfociti) si parla di leucemia linfoide, se invece la cellula di partenza è di tipo mieloide (dalla quale si sviluppano globuli rossi, piastrine e globuli bianchi diversi dai linfociti) si parla di leucemia mieloide".

Pertanto i tipi più comuni di leucemia sono quattro: la leucemia linfoblastica acuta (LLA); la leucemia linfocitica cronica (LLC); la leucemia mieloide acuta (LMA); la leucemia mieloide cronica (LMC). Esistono poi altri tipi di leucemia più rari, come la leucemia a cellule capellute.

SINTOMI - "La leucemia cronica può non dare sintomi nelle fasi iniziali, perché le cellule leucemiche interferiscono in modo limitato con le funzioni delle altre cellule. Invece nella leucemia acuta i sintomi si presentano precocemente e possono peggiorare con estrema rapidità" si legge ancora.

"Le cellule leucemiche, al pari delle altre cellule presenti nel sangue, si spostano all'interno dell'organismo. A seconda del numero e della localizzazione le manifestazioni possono essere diverse - ricordano gli esperti -. Per esempio, febbre, sudorazioni notturne, stanchezza e affaticamento, mal di testa, dolori ossei e articolari, perdita di peso, pallore, suscettibilità alle infezioni, facilità al sanguinamento oppure ingrossamento della milza e dei linfonodi".

Inoltre, "talvolta, l’eccessivo numero di globuli bianchi anomali può infiltrare anche organi (lo stomaco, l'intestino, i reni, i polmoni) o il sistema nervoso dando sintomi specifici che indicano un cattivo funzionamento dell'organo coinvolto. Tutti questi sintomi non sono sicuri segni di leucemia, perché sono comuni a molte altre malattie; occorre quindi rivolgersi al medico per approfondire la natura di eventuali disturbi".

DIAGNOSI - "La visita medica è molto importante per controllare se vi è un ingrossamento dei linfonodi, del fegato oppure della milza e per scoprire eventuali segni sospetti come, per esempio, pallore o emorragie frequenti" ricorda ancora il sito Airc. "Gli esami del sangue, in particolare l'emocromo e gli indicatori del funzionamento di reni e fegato, danno informazioni utili: nella leucemia infatti il numero di globuli bianchi, globuli rossi e piastrine è alterato rispetto ai valori standard. Con il sangue del prelievo si effettua anche uno 'striscio' che consente di osservare le cellule del sangue al microscopio. Questo semplice esame è molto utile per la diagnosi, perché spesso le cellule tumorali hanno un aspetto diverso dalle loro omologhe normali".

"Per completare la diagnosi possono essere necessarie una biopsia ossea e una rachicentesi. La prima procedura consiste in un piccolo prelievo di midollo osseo da analizzare al microscopio, per scoprire la presenza di eventuali cellule leucemiche in questa sede. La rachicentesi consiste nel prelievo di liquido cefalorachidiano (il liquido che riempie gli spazi attorno al cervello e al midollo spinale) tramite un ago molto sottile inserito tra due vertebre lombari, per valutare se la leucemia ha raggiunto anche il sistema nervoso". A questi esami "possono essere infine associati radiografia, ecografia o TC per misurare l'estensione della malattia nell'organismo".

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