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Ponte Morandi, familiari delle vittime chiedono giustizia

14 febbraio 2020 | 22.16
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Diciotto mesi dopo il crollo del ponte Morandi i familiari delle 43 vittime del disastro sono tornati in piazza con un presidio, per ricordare, per chiedere giustizia e sicurezza sulle strade. A Genova alle 11.36 di questa mattina il traffico si è fermato sulla rampa della A7 che conduce al casello di Genova Ovest da dove, fino al 14 agosto 2018, una galleria e poche curve dopo si imboccava il Morandi, in direzione ponente. Da quel casello erano passate o sarebbero dovute passare molte (anche se non tutte) delle vittime trascinate via dal crollo del viadotto, da lì passava ogni giorno la città che si è stretta ancora una volta attorno a chi nella tragedia ha perso tutto.

Circa un centinaio i manifestanti, 43 rose bianche in ricordo di ciascuna vittima, hanno bloccato la viabilità e osservato un minuto di silenzio, poi un lungo applauso al quale si sono uniti anche gli automobilisti fermi nel traffico, attorno a loro."Un luogo diverso che ci riporta purtroppo alla nostra tragedia, un luogo in cui noi in questo momento noi poniamo l'attenzione perché nessuno debba mai più passare quello che stiamo passando noi, perché le strade siano più sicure per ogni cittadino", racconta Paola Vicini, la mamma di Mirko, 30 anni, l'ultima vittima ad essere ritrovata sotto le macerie, travolto mentre lavorava nel deposito di Amiu nei pochi istanti in cui si è consumato il disastro di Genova. A pochi metri dal presidio la sede della direzione primo tronco di Autostrade di Genova, dove i familiari in corteo, dopo il minuto di silenzio, sono entrati e hanno depositato i fiori, sulla porta d'accesso agli uffici, fissati proprio accanto alla scritta 'Autostrade per l'Italia'.Alle famiglie è arrivata la solidarietà dei lavoratori di Aspi presenti nella sede genovese.

"Io sono un miracolato - sottolinea Gianluca Ardini, sopravvissuto al crollo del ponte, per ore rimasto sospeso nel vuoto e salvato dal baratro dai vigili del fuoco - Non è finita, dobbiamo farci sentire. Dobbiamo dare una sicurezza a tutti: le strade non sono sicure. La giustizia ci deve essere, spero che sarà fatta e che vada in galera chi è colpevole".

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