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02 settembre 2020 | 08.02
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Pil. E' peggiore delle stime iniziali il dato del prodotto interno dell'Italia nel secondo trimestre del 2020. La perdita passa dal 12,4 per cento al 12,8 e, secondo l'Istat, il calo su base annuale vale quasi 18 punti percentuali, -17,7 per cento. Il Paese non cresce da un anno: con il dato del secondo trimestre, influenzato dalle ricadute del blocco deciso per la pandemia di Covid, si conferma il lungo periodo di 'mancata crescita' per l'economia italiana. L'ultimo segno più - un anemico +0,1 per cento - risale al secondo trimestre del 2019. Vacanze. Molti italiani hanno rinunciato ad andare all'estero quest'anno e secondo una ricerca di Revolut, sono il 70 per cento in meno dell'anno scorso. Hanno vinto la paura delle restrizioni e del contagio. Cambiano anche le mete: nel 2019 vincevano Spagna e gli Stati Uniti; nel 2020 le mete più popolari sono state Francia, Regno Unito e Svizzera. La Spagna, solitamente tra le destinazioni estive preferite dagli italiani, è scivolata al quarto posto. Sul fronte dei consumi, questa estate gli italiani hanno speso all’estero una media di 536 euro a persona, il 23% in meno dello scorso anno. Lavoro. In Russia si fa sentire il peso del Covid19. Il numero dei disoccupati è aumentato ufficialmente di circa il 400 per cento negli ultimi sei mesi. Al momento ci sono 3,6 milioni di persone senza lavoro in Russia rispetto alle circa 727mila di marzo. Le misure di lockdown nelle grandi città e il rallentamento del commercio globale non hanno colpito solo l'occupazione: il rublo ha perso circa il 15 per cento del suo valore rispetto al dollaro americano. Consumi. Confcommercio calcola che la pandemia di Covid19 brucerà nel 2020 circa 116 miliardi di euro di consumi, 1.900 euro pro-capite. Il calo è del 10,9 per cento, e ci vorranno cinque anni per tornare ai livelli dello scorso anno. Il Nord, secondo la ricerca, è l’area più penalizzata, con quasi il 60 per cento del calo complessivo concentrato nelle sue otto regioni. La Lombardia registra la maggiore perdita in valore assoluto, ovvero 22,6 miliardi di consumi in meno. Il calo per abitante riporta ai consumi della metà degli anni Novanta. Immobili. La pandemia ha rilanciato la domanda di case in campagna e casali nelle aree provinciali, nei borghi e nei piccoli comuni. L'incremento delle ricerche, secondo Idealista, è pari al 29 per cento rispetto al periodo pre-Covid. L'impennata è di luglio, forse preludio di un rimbalzo delle compravendite nel periodo autunnale. Le campagne del bresciano e dell’alessandrino sono le zone più ambite. Seguono l'area di Asti e Verona.

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