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25 aprile, Carla Fracci: "Ben vengano canti alla finestra, non ridurre Bella ciao a canzonetta"

22 aprile 2020 | 14.28
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L'auspicio dell'étoile: "Che sia anniversario davvero liberatorio da giogo malattia, che sia una rinascita fisica, morale e spirituale anche attraverso la preghiera"

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"Che sia un anniversario realmente liberatorio dal giogo della malattia, della pandemia. Che sia una rinascita fisica e morale. Soprattutto spirituale anche attraverso la preghiera. Come ci sta insegnando, in questi giorni, Papa Francesco". È quanto hanno dichiarato all’Adnkronos, Carla Fracci, la signora della danza italiana, e il marito e regista Beppe Menegatti, a proposito delle celebrazioni del 25 aprile. Ed hanno aggiunto: "Più che mai oggi occorre un maggior coraggio nelle scelte da intraprendere, un’assunzione di responsabilità che sembrano mancare accanto a delle proposte convincenti. E tutto questo francamente inquieta".

“Quando è finita la guerra avevo 16 anni. Sono sufficientemente anziano per ricordare... - ha aggiunto Menegatti - Ma alla fine del conflitto c’era un fervore, un entusiasmo. Il Paese voleva rinascere. Purtroppo sento una grande stanchezza, quasi un’assuefazione che è coincisa con la terribile pandemia. Oggi più che mai c’è bisogno di una nuova Liberazione per rimettere in moto il Paese, anche e soprattutto con il lavoro, dando fiducia ai giovani”.

"Ben vengano i canti dalle finestre e dai balconi degli italiani - hanno concluso Carla Fracci e Beppe Menegatti -. Ma non possiamo ridurre ‘Bella ciao’ ad una semplice canzonetta. Ecco ripartiamo anche da lì’”.

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