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25 aprile: da Salvini a Storace, quelli che non lo festeggiano/Adnkronos

24 aprile 2015 | 15.47
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Il leader della Lega lo passerà a casa con i figli: "In piazza troppe bandiere rosse". Il 'rivale' Tosi: "Sono in campagna elettorale ma da sindaco l'ho sempre festeggiato". La presidente di Fdi Meloni: "Basta toni e modi superati"

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C'è chi si dedica a San Marco. Chi festeggia l'anniversario di matrimonio, chi è impegnato nella campagna elettorale e chi non ci pensa proprio a partecipare alle celebrazioni in memoria della Resistenza. Domani in molte piazze andranno in scena le tradizionali cerimonie per il 25 aprile e se alcuni vi partecipano dicendo 'no' alle "strumentalizzazioni da parte della sinistra", altri se ne dissociano punto e basta.

Il più tranchant è il leader leghista Matteo Salvini: "Domani me ne starò a casa con i miei figli". "Ci saranno in piazza troppe bandiere rosse che non c'entrano niente con la democrazia, la libertà e i diritti conquistati dalla Resistenza - afferma all'Adnkronos - Vedere in piazza i centri sociali è un insulto a chi la Resistenza la fece a costo della vita". E, anche alla luce de fantocci ritrovati a Torino e la scritta "Lega uguale fascismo", Salvini condanna chi "usa violenza e minaccia. Non c'è differenza tra i centri sociali di oggi e gli squadristi di ieri". "La resistenza non fu solo rossa ma anche bianca, liberale e democratica" osserva Salvini che 'bolla' quella di domani come "una vera occupazione rossa di una festa che dovrebbe riguardare tutti". E guarda oltre, al 24 maggio, proponendo ai veneti di tornare sul Piave, "dove centinaia di migliaia di italiani sono morti perché 'non passasse lo straniero'".

C'è stato "un ravvedimento di Salvini che prima si metteva magliette 'Padania is not Italy' e ora parla di Piave come grande evento e il Piave è una vittoria italiana - gli ribatte il sindaco di Verona e candidato governatore Veneto Flavio Tosi - Dopodiché viene qui a dire che l'obiettivo è il Veneto indipendente dall'Italia. Salvini dice tutto il contrario di tutto, ormai ci siamo abituati". Lui, Tosi, domani si dividerà tra i diversi appuntamenti della campagna elettorale.

"Come sindaco nel mio Comune ho sempre celebrato il 25 aprile, e accadrà anche quest'anno - commenta Tosi - in ottima armonia con tutte le componenti, Comune, partigiani, forze armate, associazioni combattentistiche. A volte si fa l'errore di mettere la 'targa' sul 25 aprile invece da noi si è sempre festeggiata in armonia come festa di tutti". In casa Lega non tutti sembrano intransigenti come il leader. Il governatore del Veneto Luca Zaia festeggerà "sia la festa della Liberazione che la festa di San Marco con la stessa intensità perché nel giorno della Liberazione va festeggiata la democrazia". Anche "il 24 maggio va festeggiato", continua Zaia secondo il quale le ricorrenze vanno ricordate "senza dare un colore" politico.

"A Venezia la festa di San Marco è molto più sentita del 25 aprile", commenta il presidente della provincia di Treviso Leonardo Muraro che comunque domani festeggerà innanzitutto "l'anniversario di matrimonio". "Nel mio ruolo istituzionale ho sempre partecipato a delle cerimonie", puntualizza.

Profilo 'istituzionale' anche per l'europarlamentare e sindaco del Carroccio Gianluca Buonanno che presenzierà agli appuntamenti nel suo Comune: "Faccio il sindaco da molti anni e ho sempre fatto le celebrazioni del 25 aprile. Da primo cittadino cerco di rappresentare tutti".

"Io sono contro le bandiere rosse e la sinistra, i comunisti, hanno strumentalizzato tutto a modo loro - non esita a sottolineare Buonanno - Io dico quello che penso, ma in tre comuni diversi nelle zone medaglie d'oro della Resistenza sono stato votato sindaco anche se sono della Lega".

Contro "celebrazioni di parte" è pure il segretario nazionale de La Destra Francesco Storace che afferma: "Come lo passo? E' San Marco, ho tanti amici ai quali telefonare - dice ironico - Continuo a vedere celebrazioni di parte. Mi aspetto un gesto e non solo parole da parte del presidente della Repubblica".

Contro "toni e modi superati da anni anche a sinistra, con dispendio di grandi risorse ed energie" per le celebrazioni di domani, punta il dito il presidente di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni pronta a una "grande mobilitazione" il 24 maggio: "Mi chiedo quali energie e risorse si è invece disposti ad investire per celebrare, nel centenario del 1915, gli italiani che si sacrificarono sul Piave e nelle trincee per l’unità e la libertà della Nazione - ha detto - segnando il compimento del percorso risorgimentale e la definitiva affermazione del sentimento nazionale".

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