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25 aprile, Rizzo: "Basta equiparazione comunisti-fascisti"

23 aprile 2020 | 12.37
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25 aprile, Rizzo:

La festa della Liberazione "è la celebrazione dell’insurrezione popolare antifascista". Il segretario del partito comunista, Marco Rizzo, intervistato dall'Adnkronos, spiega il senso del suo 25 aprile. Mentre invece "politologi e ideologi borghesi si affannano a trasformare il 25 aprile nella semplice fine della guerra civile, partendo dalla cancellazione della differenza tra le vittime e i carnefici, arrivando poi alla maldestra equiparazione tra fascismo e comunismo".

"Anche nelle scuole - accusa - i programmi ministeriali hanno assunto la visione restauratrice con una disinvoltura che solo il completo tradimento della falsa sinistra, che si è alternata al governo con la destra reazionaria in questi decenni, ha potuto consentire".

"A noi comunisti, in compagnia di rari e coraggiosi intellettuali, resta l’arduo compito di nuotare contro questa deriva, per noi la Resistenza e la lotta partigiana resta la testimonianza più alta della lotta di classe del popolo italiano".

Per i comunisti e gran parte del movimento resistenziale l'obiettivo era la cacciata dei nazifascisti ma era anche il socialismo - spiega Rizzo - .Oggi ricordare la Resistenza per noi significa riprendere quegli ideali".

Un parallelismo tra il momento storico di allora e oggi, con l'emergenza coronavirus per Rizzo "è difficilmente proponibile, se non facendo riferimento alle devastazioni economiche a cui assisteremo finita l’emergenza".

Per il segretario comunista è un bel segnale 'internazionlista': "l'arrivo degli aiuti sanitari da parte di paesi definiti più o meno 'stati canaglia' da Cuba al Venezuela, dal Vietnam a Russia e Cina ha fortemente impressionato il popolo italiano".

"Il nostro compito - dice - è far maturare questo nuovo senso comune di larghi settori dell'opinione pubblica per indirizzarlo sempre più verso una presa di coscienza sulle cause complessive della crisi di questa società che non nascono certo oggi". l'unica strada di risoluzione dei problemi - scandisce - è il cambio generale del modello di sistema e cioè l'approdo alla società socialista".

Il fascismo resta un rischio attuale? Non confondiamo il fascismo con le comuni pratiche reazionarie che la borghesia conduce sempre, detto ciò, non c’è dubbio che siamo davanti ad atti che realizzano delle strette sul residuo delle libertà democratiche che abbiamo ancora e sullo stato sociale come l’abbiamo conosciuto finora", dice riferendosi alle misure prese, in termini di controllo sociale, decise per fronteggiare il virus. "'Se c’è il fascismo, si va in montagna', diciamo noi", conclude Rizzo.

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