Il 12 dicembre 1969 una bomba esplodeva all'interno della Banca Nazionale dell'Agricoltura di Milano, provocando 17 morti e 84 feriti. Quella strage segnò l'inizio della strategia della tensione che aveva l'obiettivo di minare le basi della democrazia. A 46 anni di distanza, come ogni anniversario, Milano scende in piazza per ricordare quelle vittime.
"Fu il giorno in cui la Repubblica cominciò a conoscere il terrorismo, iniziò a capire con dolore e smarrimento a quali tremendi attacchi possa essere esposta una democrazia". Lo afferma la presidente della Camera, Laura Boldrini, che aggiunge: 46 anni dopo, "è una ferita non rimarginata nella coscienza del Paese perché, nonostante il lavoro della magistratura e delle Commissioni parlamentari di inchiesta, la verità giudiziaria su ideatori e mandanti non è stata ancora raggiunta".
"Rimane prezioso - aggiunge - lo stimolo dei familiari delle vittime e delle associazioni che in questi lunghi anni non si sono stancati di chiedere giustizia, di promuovere partecipazione, di trasmettere memoria".
In testa al corteo i Gonfaloni dei comuni, della Regione Lombardia e della città metropolitana che da piazza della Scala - per via Santa Margherita, via Mengoni, piazza Duomo e via dell'Arcivescovado - sono arrivati a piazza Fontana per posare le corone in ricordo delle vittime con gli interventi, tra gli altri, del presidente dell'associazione familiari vittime di piazza Fontana, Carlo Arnoldi, e del sindaco Giuliano Pisapia.
Presente anche il segretario generale Cgil, Susanna Camusso. "Quarantasei anni dopo - si legge in una nota del sindacato - nonostante numerosi processi e diverse sentenze, per questa strage nessuno ha pagato. Per questo la Cgil continua a chiedere verità e giustizia, rinnovando con forza l'insegnamento scaturito da quegli anni: contro il terrorismo, per difendere la democrazia, la Repubblica e i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici, è necessario tenere alta la memoria e non abbassare mai la guardia".