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5S-Lega, i fronti aperti

15 maggio 2018 | 11.20
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Serviranno i tempi supplementari per provare a chiudere la trattativa sul governo. E' ancora una fumata nera, infatti, quella arrivata ieri dal Quirinale, dopo che al Colle sono saliti sia il leader del M5S Luigi Di Maio che il segretario del Carroccio Matteo Salvini. "Abbiamo chiesto al Presidente del tempo, qualche giorno, per ultimare il contratto di governo nel migliore dei modi", ha spiegato Di Maio al termine delle consultazioni. "Nessuno si scandalizzi se per sincerità abbiamo chiesto qualche altra ora" per vedere se sui temi si riesce a trovare una soluzione, ha ribadito poco dopo Matteo Salvini, salito al Colle per secondo. Una dilazione di tempo chiesta perché manca l'accordo su alcuni dei punti caldi che andranno a far parte del contratto di governo. Se da un lato c'è sintonia sui temi fondamentali - contenuti nella bozza consegnata al presidente della Repubblica - dall'altro resta una serie di temi da affrontare. Dal capitolo relativo alla giustizia alle politiche sull'immigrazione, passando per la questione dei vincoli Ue e la legittima difesa.

MIGRANTI - Tra i punti ancora da chiarire vi è la gestione dei flussi migratori, uno dei temi bandiera della Lega che proprio sul "rimpatrio di tutti i clandestini" e il "blocco degli sbarchi" ha conquistato parte del suo consenso. Una linea dura - al momento divergente con le posizioni più soft sostenute dai Cinque Stelle in campagna elettorale - che il Carroccio ha legato alla questione sicurezza e che è stata ribadita ieri dal leader leghista. "Le posizioni di Lega e M5S partono da una notevole distanza e nel rispetto dei diritti umani, dei trattati, della solidarietà - ha spiegato Salvini - però - ha aggiunto - mi rifiuto di pensare all'ennesima estate/autunno degli sbarchi, del business dell'immigrazione clandestina in saldo. E quindi su questo la Lega deve avere mano libera per la tutela della sicurezza dei cittadini e smantellare il business sulla pelle di queste persone".

EUROPA - Altro fronte aperto è quello dell'Europa e dei suoi regolamenti. In particolare la questione dei vincoli Ue sembra essere una delle priorità del Carroccio. "O riesco a dar vita a un governo che ridiscute questi vincoli esterni" dell'Unione europea "oppure è un libro dei sogni" - ha spiegato ieri Salvini - "io devo sbloccare la possibilità di spendere soldi bloccati da vincoli e regole esterne". Una linea che potrebbe essere sostenuta da Di Maio, alla luce delle dichiarazioni sul tema rilasciate in campagna elettorale. Sebbene l'argomento Europa non risulti tra i 20 punti del programma elettorale M5S, il leader pentastellato ha più volte espresso l'intenzione di "contare" e sedersi ai tavoli europei per cambiare le regole escludendo però l'ipotesi di uscire dall'euro.

GIUSTIZIA - "Il tema giustizia è centrale e partiamo da posizioni differenti", ha spiegato ieri il leader del Carroccio. In particolare, i contrasti più marcati tra M5S e Lega riguarderebbero le legittima difesa e il conflitto di interessi. Sulla legittima difesa "c'è una certa sintonia - spiegano fonti vicine ai vertici del Movimento 5 Stelle - anche se la Lega alcuni punti li vuole 'più forti' e noi 'un po' meno'". Per quanto riguarda il conflitto di interessi, uno dei cavalli di battaglia dei pentastellati, potrebbe riscontrarsi qualche difficoltà in più. L'argomento, sebbene discusso nel corso della trattativa, non figura nella lista dei "punti di convergenza programmatici" individuati dalle due forze politiche. Tanto che la base 5 Stelle è preoccupata che il tema cavalcato per anni dai grillini possa sparire dal contratto di governo per non 'pestare i piedi' a Silvio Berlusconi.

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