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Arte: 97 opere raccontano Aldo Manuzio e il Rinascimento di Venezia

08 febbraio 2016 | 19.45
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Vincenzo Catena  'San Girolamo nel suo studio' (Londra, 'The National Gallery'
Vincenzo Catena 'San Girolamo nel suo studio' (Londra, 'The National Gallery'

Un patrimonio di 97 opere, di cui tre della Galleria dell'Accademia di Venezia e le altre frutto di prestiti da altri importanti musei, tra cui la National Gallery di Washington, la Morgan Library di New York, la National Gallery di Londra e la Pinacoteca di Brera. Un investimento complessivo che supera il milione di euro, in gran parte proveniente da fondi privati, tra cui il World Monuments Found. Questi i 'numeri' della mostra 'Aldo Manuzio. Il Rinascimento di Venezia', che aprirà i battenti il 19 marzo alle Galleria dell'Accademia di Venezia.

L'esposizione, che potrà essere ammirata fino al 19 giugno, è stata presentata al Mibact, dal ministro dei Beni culturali e del Turismo, Dario Franceschini, dalla direttrice del complesso lagunare, Paola Marini, dal curatore Guido Beltramini e da Cesare De Michelis, presidente del Comitato per le celebrazioni del V centenario della morte di Manuzio. Nel percorso della visita potranno essere ammirate più di trenta rare edizioni stampate tra la fine del XV e i primi anni del XVI secolo. Al centro dell'esposizione, capolavori di Giorgione, Carpaccio, Giovanni Bellini, Cima da Conegliano, Tiziano, Lorenzo Lotto e Pietro Lombardo. Opere che testimoniano come il progetto di Manuzio e i suoi libri si intrecciarono, a Venezia, con un'arte nuova nutrita dalla pubblicazione dei classici greci e latini.

Si tratta, ha spiegato il ministro Franceschini, "di una grandissima mostra che si inserisce nel progetto di rilancio e di riapertura di molte sale delle Galleria dell'Accademia. E' una mostra profondamente legata a Venezia, al territorio e alla storia con opere mai viste". Per il titolare di via del Collegio Romano, l'esposizione "è la dimostrazione che si possono fare grandi mostre non per scopi commerciali ma con forti motivazioni scientifiche".

L'esposizione presenta quindi la storia dell'uomo che ha inventato il libro moderno e il concetto di editoria, trasformando Venezia nella capitale internazionale della stampa. "La mostra - ha evidenziato il curatore Beltramini - è dedicata ai doni del libro e illustra come la nascita del libro porti alla nascita di una nuova cultura e di una nuova pittura. I ritratti di Giorgione sarebbero inconcepibili senza i libri di Manuzio, e temi mai entrati nella pittura veneziana diventano protagonisti. Non è però - precisa- una mostra sul passato, ma sul presente perché racconta come un'Italia in crisi, scommettendo sulla ricerca e sulla bellezza, riesca a diventare la capitale d'Europa della cultura".

"La mostra - ha sottolineato poi il direttore del complesso veneziano Marini - rientra nel nuovo progetto delle Gallerie dell'Accademia, uno dei venti musei voluti dalla riforma del ministro Franceschini che, negli ultimi due mesi, ha proposto il restauro dei dipinti di Bosch e della sua collezione, ha aperto sette nuove sale e nel mese di gennaio ha registrato un +35% di visitatori. La mostra - ha aggiunto - è strettamente legata alle collezioni della Galleria dell'Accademia intorno alle quali raccoglie capolavori di tutto il mondo".

Tra i prossimi progetti in programma, ha concluso Marini, ci saranno "il bicentenario delle Gallerie nel 2017 e, nel 2018, una mostra su Jacopo Tintoretto che sarà realizzata con i Musei Civici di Venezia e con la National Gallery di Washington".

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