
Ridefinire 'regione' sicurezza, valutare minacce e proteggere interessi nazionali
(Adnkronos) - La catena della sicurezza è uno strumento analitico per la valutazione delle minacce e degli interessi nazionali. Essa risulta particolarmente utile per due motivi. In primo luogo, fornisce all’analista tre livelli di analisi delle minacce-interessi: il livello settoriale (minacce specifiche al settore), il livello intersettoriale (sovrapposizione di due settori) e il livello di sicurezza nazionale. Quest’ultimo rappresenta il punto in cui i tre settori si sovrappongono l’un l’altro, ricomponendo l’unità analitica della sicurezza nazionale.
È facile intuire come la sicurezza cibernetica (cyber-security) appartenga a quest’ultima sfera, in quanto -fa notare Camilli- attacchi perpetrati da attori statali, e non, possono nuocere gravemente agli interessi nazionali sia nei singoli settori, sia nelle aree inter-settoriali''. In secondo luogo, la catena della sicurezza permette un’estensione controllata del concetto di sicurezza nazionale; ovvero le minacce analizzate non sono esclusivamente di tipo militare e gli attori non sono solo statali.
Per l'autore del contributo pubblicato sul sito del Comparto Intelligence, è inoltre ''necessaria una nuova definizione di 'regione' di sicurezza. Un approccio più funzionale all’analisi della sicurezza nazionale -scrive Camilli- sarebbe quello di individuare un’area all’interno della quale lo stato opera effettivamente in tutti e tre i settori strategici. Si tratta quindi di individuare una 'zona rossa' degli interessi nazionali in cui lo Stato è chiamato a operare per difendersi dalle minacce e per promuovere i suoi interessi''. ''Questa zona rossa -conclude il direttore dell’Iso- è generata dall’interazione tra gli input provenienti dal sistema internazionale (minacce e opportunità) e la capacità dello Stato di rispondere a tali input''. In altre parole: la zona rossa dipende dal potere dello Stato di influenzare il sistema circostante.