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Scuola, nuovo contratto: aumento stipendio 124 euro per insegnanti

Il contratto riguarda oltre 1,2 milioni di dipendenti: aumenti mensili tra 124 euro, per i docenti, e i 190 euro per i direttori dei servizi generali e amministrativi. Arriva il lavoro agile

Scuola, nuovo contratto: aumento stipendio 124 euro per insegnanti
14 luglio 2023 | 18.21
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Accordo per il nuovo contratto della scuola. E' stata raggiunta oggi presso l'Aran l'intesa con le organizzazioni sindacali per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (Ccnl) Comparto Istruzione, Università e Ricerca relativo al periodo 2019-2021.

Il contratto riguarda oltre 1,2 milioni di dipendenti e prevede aumenti mensili tra i 124 euro, per i docenti, e i 190 euro per i direttori dei servizi generali e amministrativi. Novità di rilievo è l'introduzione del lavoro agile, che viene regolamentato anche per questo comparto.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, esprime piena soddisfazione per la definizione delle trattative che hanno condotto alla sottoscrizione dell’ipotesi di contratto collettivo nazionale con la condivisione delle principali parti sindacali rappresentative.

Soddisfazione espressa anche dal ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo. "Si tratta di un passo fondamentale per il miglioramento delle condizioni di lavoro in un settore cruciale per la crescita del Paese", commenta.

"Il nuovo contratto segna un importante passo avanti verso una sempre maggiore valorizzazione di tutto il personale della scuola, sia docenti sia Ata", aggiunge Valditara. "Sono state inoltre recepite a livello contrattuale le funzioni del docente tutor e del docente orientatore - ha continuato - e questo consentirà di affermare definitivamente il principio della personalizzazione dell’istruzione, rimarcando la centralità nel sistema della persona dello studente".

CONTRATTO SCUOLA, GLI AUMENTI DI STIPENDIO: LE CIFRE

La definizione del contratto, spiega il ministero in una nota, fa seguito al risultato dell’accordo politico sottoscritto tra il ministro e i sindacati lo scorso 22 novembre che, oltre a rendere subito erogabili gli aumenti, ha messo a disposizione della contrattazione collettiva tra Aran e organizzazioni sindacali, per il rinnovo del Ccnl del comparto Istruzione, risorse finanziarie aggiuntive, stanziate dalla legge di bilancio per l’anno 2022 sul Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa (Fmof), pari a 300 milioni di euro. Ciò ha contribuito a determinare un aumento medio per il personale docente pari a 124 euro al mese.

Con ulteriori provvedimenti, prosegue il ministero, è stata riconosciuta al personale precario docente e amministrativo, tecnico e ausiliario (Ata) una maggiore tutela, consentendo la fruizione di tre giorni remunerati di permesso per motivi personali o familiari. Si sono inoltre concretizzati gli impegni dell’accordo politico di novembre, riconoscendo un ulteriore incremento stabile della Retribuzione professionale docenti (Rpd) che porta a un valore rideterminato complessivo che va da 194,80 euro a 304,30 euro al mese e un ulteriore incremento del Compenso individuale accessorio (Cia) che porta a un valore rideterminato complessivo che va da 79,40 euro a 87,50 euro.

A ciò si aggiunge anche un incremento del 10% delle retribuzioni delle ore aggiuntive per i docenti finanziato con il Fmof. In merito alle attività, recentemente introdotte, che vedono protagonisti i tutor e gli orientatori, sono state recepite dal contratto che le inquadra come funzioni professionali e le riconduce nella contrattazione dando seguito a un preciso impegno preso in tal senso dal ministero.

Nel contratto, osserva il ministero, è stato dato un importante riconoscimento anche al personale Ata. Infatti, è stato possibile prevedere un riordino delle aree relative al personale Ata delle istituzioni scolastiche, offrendo concrete opportunità di sviluppo professionale a una platea di circa 182.000 dipendenti. Grazie all’input del ministro Valditara si è riusciti a reperire le risorse finanziarie necessarie per un incremento sostanziale delle relative posizioni economiche.

In questa direzione il contratto prevede di: attivare gli sviluppi professionali verticali dal profilo A al profilo di Operatore, anche per favorire un’attività qualificata di assistenza alle esigenze degli alunni con disabilità. L’intervento è stato effettuato utilizzando le risorse finanziarie contrattuali previste (0,55% della massa salariale pari a 36,9 milioni di euro annuali); semplificare le procedure per accedere alle posizioni economiche attraverso un percorso più veloce di formazione e valutazione per l’inserimento in una graduatoria con validità triennale.

Al fine di garantire la formazione al personale Ata per l’attribuzione delle posizioni economiche, il ministero ha inoltre sostenuto un emendamento al Dl Pa 2 che prevede lo stanziamento di risorse finanziarie aggiuntive; attribuire nuove posizioni economiche orizzontali. Infatti, a fronte di una situazione attuale che vede l’attribuzione di 56.103 posizioni economiche per un valore lordo Stato totale, per 13 mensilità, pari a 66.944.857,50 euro, sono state rese disponibili per la contrattazione risorse aggiuntive per finanziare l’attribuzione di ulteriori posizioni economiche e/o di eventuali rivalutazioni economiche pari a 72.031.852,50 euro lordo Stato.

Si prevede anche di istituire un nuovo ordinamento dei profili professionali che consentirà di valorizzare il personale Ata e le figure apicali dei Direttori dei Servizi generali e amministrativi (Dsga) attraverso una nuova area di funzionari ai quali sarà possibile attribuire un incarico triennale di “elevata qualificazione professionale” (con un incremento della retribuzione pari a 60 euro mensili), eliminando l’area C (a oggi mai utilizzata) e, in fase transitoria, la possibile stabilizzazione in quest’area, degli attuali assistenti amministrativi facenti funzione che abbiano svolto per almeno tre anni il ruolo di Dsga nelle scuole, mediante procedure selettive riservate. Gli attuali Dsga di ruolo manterranno il diritto ad avere attribuito un incarico di elevata qualificazione sino alla cessazione.

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