Il ministero dell’Istruzione e del Merito prende in esame la proposta di cui si sono fatti portavoce Anedbc, Associazione Nazionale degli esperti di Diagnostica e di Scienze e Tecnologie applicate ai beni culturali, e Confederazione Aepi sulla possibilità di insegnare nelle scuole per i laureati di scienze per la conservazione dei beni culturali. Durante l’incontro con l’onorevole Paola Frassinetti, sottosegretaria al ministero dell’Istruzione e del Merito, la delegazione composta da Carlotta Sacco Perasso, presidente di Anedbc, Valerio Graziani, segretario di Anedbc e il presidente della Confederazione Aepi, Mino Dinoi, si sono fatti decisi passi in avanti e il Ministero si è messo a disposizione per cercare di risolvere questa problematica.
Il tema sul piatto è diventato ormai annoso e riguarda la possibilità per i laureati di Scienze per la conservazione dei beni culturali, ovvero gli esperti scientifici per i beni culturali o conservation scientist, di insegnare nelle scuole medie e superiori. Infatti, gli studenti che hanno scelto corsi di Laurea nuovi, nati con la riforma del “3+2”, si trovano spesso dopo il termine degli studi a fare i conti con delle incongruità tra quanto effettivamente studiato e quello che secondo il ministero dell’Istruzione hanno studiato, con erronee assegnazioni delle classi di insegnamento.
Questo è il caso dei laureati rappresentati da Anedbc (classi di laurea 12/S e LM/11 in Scienze per la conservazione dei beni culturali), per i quali la situazione è ancora più complessa in quanto sotto questa denominazione nel corso dell'evoluzione dei vari ordinamenti universitari sono stati ricondotti percorsi formativi diversi. Il risultato è stato che sono state formate persone con lo stesso titolo ma con competenze e conoscenze estremamente differenti: scientifico-tecniche da un lato e storico-artistiche dall’altro.
Pertanto, considerata la multidisciplinarietà che contraddistingue i corsi di laurea in questione e le differenti afferenze, Anedbc chiede che siano riconosciute le fatiche economiche e formative sostenute da tutti i laureati e laureandi assicurando l’accesso alle classi di concorso per l’insegnamento di materie scientifiche.
“E’ un tema che ci sta molto a cuore e ringrazio la sottosegretaria per l’attenzione che ci ha rivolto. Molti laureati in Scienze per la Conservazione dei Beni Culturali si trovano attualmente impossibilitati ad intraprendere la strada dell’insegnamento perché il Ministero dell’Istruzione ha considerato erroneamente il percorso formativo come umanistico – ha spiegato Carlotta Sacco Perasso - abilitando quindi i laureati delle classi 12/S e LM11 per le classi di concorso errate”.
Le fa eco Mino Dinoi: “Ringrazio l’onorevole Frassinetti che si è interessata alla questione e sono sicuro che se ne farà portavoce in parlamento. In sostanza Aepi chiede che venga aggiornata la tabella A (D.P.R.14_febbraio_2016_n.19) di corrispondenza classi di laurea-classi di concorso per l’insegnamento nelle scuole superiori di primo e secondo grado di questa categoria di professionisti. Questo problema si presenta anche per numerose altre categorie ed è stato già approfonditamente studiato dal Cun (Consiglio Universitario Nazionale), organo interno di valutazione dello stesso Ministero dell’Istruzione e del Merito, che ha espresso parere favorevole alle modifiche richieste. La sottosegretaria si è mostrata da subito sensibile alla questione e ha messo a disposizione i suoi uffici per trovare in fretta una soluzione. Ovviamente come Aepi seguiremo con attenzione gli sviluppi della vicenda”.