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Pa: sindacati, su riforma pesa criticità incarichi dirigenziali

Pa: sindacati, su riforma pesa criticità incarichi dirigenziali
23 novembre 2016 | 12.53
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"La riforma della Pa presenta troppe criticità che non possiamo condividere, primo fra tutto il nodo degli incarichi dirigenziali". A dirlo oggi Cida, Confedir, Confsal e Cosmed in occasione della conferenza stampa organizzata unitariamente al Cnel per riaffermare i principi di legalità, imparzialità, merito e trasparenza nell’attribuzione degli incarichi dirigenziali.

"La riforma attuale -sostiene Giorgio Rembado, presidente della Cida Funzione pubblica- si propone di incrementare e rafforzare la separazione tra politica e amministrazione, ma a nostro giudizio questo non avviene. Questo perché il conferimento degli incarichi dei dirigenti viene dato ancora su impulso della direzione politica delle diverse amministrazioni". "Questo è un pericolo per i cittadini -sottolinea- perché hanno bisogno di avere un'amministrazione neutrale, ovvero imparziale che però non è garantita minimamente se la persistenza del rapporto con la politica può essere tenuto in vita".

Per le parti sociali "l’ennesima riforma della Pubblica amministrazione rischia di non rispondere alle esigenze di rinnovamento delle pubbliche amministrazioni perché non tiene in considerazione le criticità antiche dell’organizzazione del lavoro pubblico. Anzi, al di là delle enunciazioni di principio: crea forme di precarizzazione allarmanti per i dirigenti di carriera e favorisce il rapporto collusivo fra politica e amministrazione".

L’interconfederale chiarisce che "non è pregiudizialmente contraria alla riforma, ma sottolinea le principali criticità e i motivi di dissenso più marcati. Tra questi, l’invasione dell’influenza politica nel campo delle pubbliche amministrazioni, la precarizzazione della dirigenza pubblica per la mancanza di garanzie nell’attribuzione degli incarichi, la composizione delle commissioni preposte alla gestione dei tre ruoli unici che non dà sufficiente garanzia di imparzialità.

“Deve essere chiaro -affermano le quattro Confederazioni- che l’affidamento dell’incarico è un diritto del dirigente, peraltro sancito dai contratti di lavoro, e rappresenta il presupposto per una corretta valutazione della prestazione dirigenziale. In breve, non devono esistere dirigenti privi di incarico se non a seguito di reiterata valutazione negativa”.

La mancanza di meccanismi di priorità a favore dei dirigenti che hanno completato l’incarico con valutazione positiva interromperà la continuità amministrativa e mortificherà il know-how.

Anche le penalizzazioni economiche preoccupano Cida, Confedir, Confsal e Cosmed: “Andranno salvaguardati i diritti economici dei dirigenti sia con l’immissione in ruolo a seguito del superamento di pubblico concorso, sia con l’affidamento dell’incarico in assenza di valutazione negativa. Il sistema di valutazione andrà approfondito in sede di approvazione del regolamento nella cui stesura appare indispensabile una consultazione preventiva delle Confederazioni sindacali”.

Le quattro confederazioni evidenziano, inoltre, la problematica relativa al destino delle graduatorie degli idonei dopo il 31 dicembre 2016, rimarcando che “La posizione di questi lavoratori non può essere ignorata”.

Unitariamente "chiedono al Governo di essere ascoltate nel comune interesse loro e in quello dei cittadini e di valutare l’idea di una riforma condivisa dalla dirigenza pubblica, che valorizzi il merito e le competenze effettive di ciascuno".

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