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Francia, poliziotto aggredito con coltello "in nome del Profeta"

E' successo a Canne. L'agente si è salvato da giubbotto antiproiettile. L'aggressore aveva un permesso di soggiorno rilasciato dalla Questura di Napoli

Immagine di repertorio (Afp)
Immagine di repertorio (Afp)
08 novembre 2021 | 09.22
LETTURA: 2 minuti

Ha aggredito con un coltello un poliziotto, e cercato di colpirne un altro, metre faceva il nome del Profeta. E' accaduto questa mattina alle 6.30 davanti al commissariato centrale di Cannes, in Francia. Stando all'emittente Bfmtv, il sospetto è stato 'neutralizzato' dagli altri agenti che lo hanno ferito in modo grave. L'uomo, armato di coltello si sarebbe presentato davanti al commissariato e avvicinato a una volante con la scusa di chiedere informazioni. Poi avrebbe aperto la portiera dell'auto in cui sedevano tre agenti e avrebbe inferto alcuni colpi al torace dell'agente seduto alla guida, inneggiando al profeta. Quindi avrebbe cercato di colpire un secondo agente. Il terzo è intervenuto usando la sua arma.

Il poliziotto aggredito non è rimasto ferito perché protetto dal giubbotto antiproiettile che indossava. Il sospetto che ha cercato di colpire gli agenti è stato ferito.

L'assalitore - Lakhdar B. - è un algerino nato nel 1984 e sarebbe entrato legalmente in Francia nel 2016: era sconosciuto alle forze dell'ordine. L'uomo era titolare di un permesso di soggiorno italiano rilasciato dalla Questura di Napoli per la sua attività di venditore ambulante svolta dal 2008 secondo quanto apprende l'Adnkronos.

"La pista terroristica è la più probabile". A dichiararlo sono fonti vicine al dossier citate dal quotidiano francese 'Le Figaro'.

Il ministro dell'Interno francese, Gérald Darmanin è arrivato a Cannes e si è recato nel commissariato centrale, davanti al quale è avvenuta l'aggressione. "Da alcune settimane, aveva chiesto una carta di residente in Francia. La prefettura non glielo aveva concesso. La prefettura gli ha rilasciato una ricevuta per poter studiare la sua richiesta", ha fatto sapere Darmanin. Attualmente il sospetto, che non ha "precedenti penali in Francia" e non è stato inserito nell'elenco di alcun servizio di intelligence, "è tra la vita e la morte".

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