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Juncker: "Brexit non è l'inizio della fine per l'Ue"

(Afp) - AFP
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24 giugno 2016 | 12.45
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"No". Così il presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, ha risposto, incontrando brevemente i giornalisti nella sala stampa di palazzo Berlaymont, alla domanda se il risultato del referendum in Gran Bretagna sia l'inizio della fine per l'Ue. "Personalmente sono molto triste" per la decisione del popolo britannico, ha sottolineato il presidente della Commissione Europea.

Juncker ha parlato al termine del vertice con i presidenti Donald Tusk (Consiglio Europeo), Martin Schulz (Europarlamento) e Mark Rutte (Consiglio Ue), alla domanda se il risultato del referendum in Gran Bretagna sia l'inizio della fine per l'Ue.

Nella dichiarazione comune diffusa al termine del vertice si legge che "l'Unione dei 27 Stati membri andrà avanti. L'Unione è la cornice del nostro futuro politico. Ci legano storia, geografia e interessi comuni: svilupperemo la nostra cooperazione su queste basi. Insieme affronteremo la sfida comune di generare crescita, aumentare la prosperità e assicurare un ambiente sicuro ai nostri cittadini. Le istituzioni giocheranno pienamente il proprio ruolo in questo".

"In un processo libero e democratico - continuano i presidenti - il popolo britannico ha espresso il volere di lasciare l'Ue. Ci rammarichiamo per questa decisione, ma la rispettiamo". Quella che si è determinata dopo il risultato del referendum in Gran Bretagna, aggiungono i leader Ue, "è una situazione senza precedenti, ma siamo uniti nella risposta. Rimaniamo fortemente determinati a sostenere i valori chiave dell'Ue, la difesa della pace e del benessere dei suoi popoli".

Per quanto riguarda il Regno Unito, "speriamo di averlo come stretto partner dell'Ue anche in futuro - riporta la dichiarazione - Ci aspettiamo che il Regno Unito formuli le proprie proposte al riguardo. Qualsiasi accordo, che verrà concluso con il Regno Unito come Paese terzo, dovrà riflettere gli interessi di entrambe le parti ed essere bilanciato in termini di diritti e obblighi".

BCE - La Banca centrale europea, si legge in una nota dell'Eurotower, "segue con attenzione i mercati finanziari" e agirà "per garantire la stabilità dei prezzi e la stabilità finanziaria nella zona euro". Per questo sta operando "in stretto contatto con le altre banche centrali" ed "è pronta a fornire liquidità aggiuntiva, se necessario, in euro e valute estere". Nella nota si sottolinea come la Banca centrale europea "si sia preparata per questa evenienza in stretto contatto con le banche che vigila". La Bce, comunque, "ritiene che il sistema bancario dell'area dell'euro è resiliente in termini di capitale e di liquidità".

FMI - "Sollecitiamo con urgenza le autorità britanniche e dell'Ue ad assicurare una transizione morbida verso nuove relazioni economiche tra l'Unione e il Regno Unito, anche chiarendo sulle procedure e sugli obiettivi di base che guideranno questo processo" si legge in una nota del direttore generale del Fmi Christine Lagarde.

“Sosteniamo con forza gli impegni della BoE e della Bce per fornire liquidità al sistema bancario ed evitare volatilità eccessiva sul mercato. Continuiamo - conclude - a monitorare da vicino gli sviluppi e siamo pronti a dare il nostro sostegno ai nostri membri".

LETTERA JUNCKER AI DIPENDENTI - Stamani il presidente della Commissione Europea ha scritto una lettera in inglese, francese e tedesco, diffusa attraverso la posta elettronica, ai dipendenti dell'istituzione, per rassicurarli dopo il risultato del referendum britannico. "So - scrive Juncker - che molti di voi sono preoccupati per il loro futuro dopo questo voto. Lo capisco perfettamente. Quindi voglio mandare un chiaro messaggio, a voi colleghi, e specialmente ai colleghi di nazionalità britannica".

"Secondo il regolamento del personale - continua Juncker - voi siete 'dipendenti dell'Unione'. Lavorate per l'Europa. Avete lasciato i vostri cappelli nazionali alla porta quando siete entrati in questa istituzione, e quella porta ora per voi non si chiuderà. Come 'civil servants' europei siete sempre stati leali verso la nostra Unione, contribuendo in modo eclatante al nostro progetto comune europeo. E quindi sarà in questo spirito di lealtà reciproca che lavorerò insieme ai presidenti delle altre istituzioni europee per assicurare che possiamo tutti continuare a contare sui vostri notevoli talenti, esperienza e impegno".

"So che avete tutti aspettative legittime circa i vostri diritti e doveri - aggiunge Juncker - per le vostre famiglie che potrebbero avervi seguiti a Bruxelles e per i vostri figli, che potrebbero essere iscritti a scuola qui. Vi assicuro che farò tutto quello che è nei miei poteri di presidente della Commissione per sostenervi in questo difficile processo. Il nostro regolamento del personale verrà letto e applicato in uno spirito europeo".

Non c'è alcuna norma, spiegano fonti Ue, che prescriva che i dipendenti di istituzioni europee che abbiano la nazionalità di uno Stato membro in uscita dall'Unione debbano cessare dalle proprie funzioni una volta che la separazione abbia effetto.

E' tuttavia probabile, a quanto viene spiegato, che i cittadini britannici vengano esclusi dalle nuove assunzioni. Tutto ciò che riguarda, sotto il profilo legale, i dipendenti della Commissione Europea, precisano fonti Ue, non si applica ai commissari europei, che sono di nomina politica.

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