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Migranti, stop da Polonia e Ungheria: salta intesa al vertice Ue

Meloni vede Orban e Morawiecki. L'opzione sul tavolo: possibili dichiarazioni di Michel al posto delle conclusioni

Fotogramma /Ipa
Fotogramma /Ipa
30 giugno 2023 | 07.11
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Salta nella notte l'intesa sui migranti al vertice Ue di Bruxelles. Il Consiglio Europeo non ha infatti adottato conclusioni sul tema migrazioni, a causa dell'opposizione di Polonia e Ungheria al testo, si apprende da fonti Ue. Hanno adottato invece conclusioni su Ucraina, sicurezza e difesa. La discussione dei leader in materia di migrazioni riprenderà oggi, precisano le fonti. Morawiecki e Orban hanno ribadito la loro contrarietà al principio della solidarietà obbligatoria concordato nel Consiglio Affari Interni a Lussemburgo (solidarietà che non prevede solo ricollocamenti, ma anche, in alternativa, compensazioni finanziarie o assistenza tecnica al Paese sotto pressione migratoria).

In materia di migrazioni, i 27 capi di Stato e di Governo riuniti a Bruxelles nel Consiglio Europeo, potrebbero decidere di pubblicare dichiarazioni del presidente Charles Michel sulla materia. E' una delle opzioni sul tavolo, si apprende da fonti Ue, per superare l'impasse. Le trattative comunque continuano e non è detto che sia la soluzione che prevarrà, dato che ci sono "opzioni migliori" sul tavolo.

In realtà, spiega una fonte Ue a margine dei lavori, i leader hanno posticipato la discussione sulle migrazioni, iniziando il summit discutendo di Cina. Ora dovrebbero discutere di relazioni esterne. Un'altra delle opzioni sul tavolo per superare l'impasse è quella di pubblicare conclusioni su migration in cui si specifica che due Paesi non sono d'accordo. L'opposizione di Polonia e Ungheria, sia pure con qualche sfumatura differente, si fonda sull'argomento che nel 2018 si era deciso, nel Consiglio Europeo, di non procedere nel Consiglio Ue (cioè a livello di ministri, non di leader) a maggioranza qualificata sugli argomenti migratori, ma per consenso. Durante la discussione di ieri diversi leader hanno fatto notare che la situazione da allora è cambiata e che, in ogni caso, le conclusioni del Consiglio Europeo non cambiano i trattati Ue, che prevedono la maggioranza qualificata.

A prescindere dall'esito del Consiglio Europeo in corso, la posizione negoziale del Consiglio Ue (che è un'istituzione diversa dal Consiglio Europeo, con una presidenza a turnazione tra gli Stati membri) su uno dei regolamenti chiave del patto sulle migrazioni, che prevede la solidarietà obbligatoria (ricollocamenti, soldi o assistenza tecnica), è stata votata a maggioranza qualificata nel Consiglio Affari Interni di giugno, e questa cosa "non cambia". Il dossier è ormai avviato e ora Consiglio e Parlamento negozieranno il testo finale del regolamento, che, una volta approvato, si applicherà direttamente in tutti gli Stati membri dell'Ue.

MELONI VEDE ORBAN E MORAWIECKI

Intanto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato nella sede della delegazione italiana presso il Consiglio europeo, il Primo Ministro della Polonia Mateusz Morawiecki e il premier ungherese Viktor Orban, i due leader protagonisti del serrato braccio di ferro in seno al Consiglio europeo.

RUTTE: "NIENTE OK A CONCLUSIONI? NON GRAVE"

Oggi si vedrà "se possiamo arrivare ad approvare delle conclusioni" del Consiglio Europeo sulle migrazioni. "Se sì, sarebbe un bene". Se non si riesce ad approvarle "non è un grosso problema, perché c'è un largo accordo sulla dimensione esterna delle migrazioni". Lo ha detto il premier olandese Mark Rutte, commentando nella notte a Bruxelles la mancata approvazione delle conclusioni sulle migrazioni.

IL NO DELLA POLONIA

La Polonia "non accetterà alcun meccanismo obbligatorio per ricollocare i migranti, è la nostra linea rossa, segnalata molto chiaramente dal nostro primo ministro", Mateusz Morawiecki. A dirlo nella notte era stato il ministro per l'Ue polacco, Szymon Szynkowski Vel Sek. Cadrà quindi il passaggio sulle migrazioni? "Non lo so - risponde - decideranno i leader. Sicuramente è una discussione complicata, perché abbiamo segnato chiaramente la nostra linea rossa e non possiamo andare oltre. Abbiamo sempre segnalato che non avremmo mai accettato alcuna soluzione che torni alle soluzioni del 2015-16, con i ricollocamenti obbligatori", spiegava.

In realtà la posizione negoziale concordata dal Consiglio Affari Interni a Lussemburgo sulla proposta di regolamento in materia di gestione della migrazione e dell'asilo non prevede i ricollocamenti obbligatori, bensì la solidarietà obbligatoria, quella che un tempo si definiva "solidarietà à la carte", che può essere declinata o con ricollocamenti, o con contributi finanziari per ogni migrante non ricollocato (in ragione di 20mila euro cadauno, secondo la posizione del Consiglio), oppure con la fornitura di assistenza tecnica al Paese in difficoltà. In Polonia si terranno le elezioni politiche nel prossimo autunno.

UCRAINA, L'IMPEGNO UE: "AIUTI MILITARI A LUNGO TERMINE"

L'Unione Europea e i suoi Stati membri "sono pronti a contribuire, insieme ai partner, ai futuri impegni in materia di sicurezza nei confronti dell'Ucraina, che aiuteranno il Paese a difendersi a lungo termine, scoraggiare gli atti di aggressione e resistere agli sforzi di destabilizzazione", riportano le conclusioni del Consiglio Europeo sull'Ucraina, approvate dai capi di Stato e di governo a Bruxelles, pubblicate nella notte. La parola "committments", impegni, è usata appositamente per distinguerli dalle "guarantees", garanzie in materia di sicurezza che può dare solo la Nato. Al riguardo, gli Stati membri e l'Ue "valuteranno tempestivamente le modalità di tale contributo". Gli impegni "saranno assunti nel pieno rispetto della politica di sicurezza e di difesa di alcuni Stati membri e tenendo conto degli interessi di sicurezza e difesa di tutti gli Stati membri".

Il presidente francese Emmanuel Macron, si apprende da fonti diplomatiche Ue, è stato tra i maggiori sostenitori di questo passaggio delle conclusioni e nel dibattito ha sottolineato che l'Ue può svolgere un ruolo in questo campo, senza invadere né sovrapporsi alle competenze della Nato. L'Ue, ribadiscono i leader, "continuerà a fornire un forte sostegno finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico all'Ucraina e al suo popolo per tutto il tempo necessario". I leader riconfermano la "disponibilità dell'Ue a fornire sostegno militare sostenibile all'Ucraina per tutto il tempo necessario", in particolare attraverso "la missione di assistenza militare dell'Ue e lo strumento europeo per la pace". Oltre ad aver fatto "il punto sui progressi" nella consegna di "un milione di munizioni da artiglieria e missili per l'Ucraina", si condanna la "deliberata distruzione della diga della centrale idroelettrica di Kakhovka".

L'Unione Europea e i suoi Stati membri "intensificheranno i loro sforzi di sensibilizzazione diplomatica e continueranno a cooperare con l'Ucraina e altri Paesi per garantire il più ampio sostegno internazionale possibile ai principi e agli obiettivi chiave della formula di pace dell'Ucraina, anche attraverso un prossimo vertice globale per la pace". Qualsiasi iniziativa per una pace "globale, giusta e duratura" in Ucraina, ribadiscono i leader, "deve basarsi sul pieno rispetto della sua indipendenza, sovranità e integrità territoriale all'interno dei suoi confini riconosciuti a livello internazionale". Il Consiglio Europeo "sottolinea la necessità di garantire, insieme ai partner, un sostegno finanziario stabile, prevedibile e sostenibile all'Ucraina per gli anni a venire".

Inoltre, il Consiglio Europeo "ha fatto il punto sui lavori svolti riguardo ai beni immobilizzati della Russia e invita il Consiglio, l'Alto Rappresentante e la Commissione a portare avanti i lavori, conformemente al diritto dell'Ue e internazionale e in coordinamento con i partner". Su questo punto, informano fonti Ue, "un paio di leader" hanno osservato che bisognerà tenere conto della necessità di evitare di danneggiare l'attrattività dell'euro come valuta di riserva.

Oltre ad accogliere "con favore" l'undicesimo pacchetto di sanzioni, il Consiglio Europeo "riconosce l'impegno e gli sforzi sostanziali dell'Ucraina per soddisfare le condizioni richieste nel suo processo di adesione all'Ue. Incoraggia l'Ucraina a proseguire sulla via delle riforme". Si "riconosce l'impegno e gli sforzi sostanziali della Repubblica di Moldova per soddisfare le condizioni richieste nel suo processo di adesione all'Ue". Infine, "continuerà a lavorare a stretto contatto con la Georgia per sostenerla nel soddisfare le condizioni necessarie per avanzare sul suo cammino europeo".

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