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Morto Fidel Castro, la magia dei numeri e due colombe nel suo mito

Fidel Castro nel 1978 (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Fidel Castro nel 1978 (Foto Fotogramma) - FOTOGRAMMA
26 novembre 2016 | 09.36
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Sopravvissuto a quattro decenni di opposizione attiva al governo di Washington, intorno alla figura di Fidel Castro, morto ieri sera a L'Avana all'età di 90 anni, sono nate negli anni diverse leggende che hanno contribuito al suo mito. A partire da quella legata ai 'numeri'.

Del ‘lider maximo’ si diceva infatti che credesse nella cabala, nel numero 26. In parte per la sua data di nascita, il 13 agosto del 1926, ma anche perché aveva 26 anni quando iniziò a combattere contro l’ex dittatore Fulgencio Batista nel ‘52, che è il doppio di 26, e il suo primo assalto rivoluzionario, alla Moncada di Santiago, è datato 26 luglio 1953. Il 26 luglio è rimasto nella storia dell’isola, celebrato come la Giornata della ribellione nazionale e, per decenni, ha coinciso con i discorsi-fiume di Castro in cui venivano annunciate importanti decisioni.

Tra le leggende, quella sui suoi lunghissimi discorsi che duravano ore: la somma totale della durata dei suoi interventi in 47 anni di regime sarebbe superiore a quella di tutti gli interventi dei presidenti americani che si sono succeduti tra il 1902 (anno dell’indipendenza di Cuba) e il 1959 (anno della rivoluzione).

Altra leggenda che ha contribuito al mito è quella delle colombe. Si narra che due colombe bianche si siano posate sulle spalle di Castro la notte dell’8 gennaio 1959, durante il suo primo discorso dopo il trionfo della rivoluzione all’Avana, dove era arrivato al termine di una marcia di 800 chilometri alla testa dei suoi.

Nella santeria cubana, la colomba ha un grande valore simbolico: è legata a Obatalà (Nostra signora della mercede), l’orisha (divinità) forse più potente e venerata di tutto il pantheon. Secondo l’interpretazione popolare, Castro con le colombe sulle spalline della divisa verde oliva da guerrigliero, è risultato come il prescelto da Obatalà per guidare i destini dell’isola.

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