La presidente del Consiglio: "Con Morawiecki ci basta davvero uno sguardo per sapere che la nostra posizione sarà una posizione condivisa"
Con il premier polacco Mateusz Morawiecki "nella quasi totalità, o nella totalità, delle questioni che ci troviamo ad affrontare a livello di Consiglio Europeo, ci basta davvero uno sguardo per sapere che la nostra posizione sarà una posizione condivisa, su tante materie che oggi ci coinvolgono in un tempo di crisi, nel quale dobbiamo riuscire ad essere all'altezza della storia, che ci sta chiamando". Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni a Varsavia, al termine del bilaterale con il collega polacco al Palazzo sulle acque, al Parc Lazienki nella zona sud della capitale polacca.
Per l'Ue il tema della "autonomia strategica" deve tornare "centrale", anche nel settore della "difesa", sottolinea quindi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il conflitto in corso in Ucraina, continua, "porta con sé un domino di conseguenze, che pure l'Europa deve avere la capacità di valutare e di considerare. Sulle quali deve essere capace di offrire risposte efficaci: penso al tema dell'autonomia strategica". "Ci siamo svegliati, con la pandemia prima e con la guerra dopo, e ci siamo resi conto - prosegue Meloni - che l'Europa non controllava più buona parte delle sue catene di approvvigionamento fondamentali, e che non aveva su questo lavorato a sufficienza per garantire la sua indipendenza, la sua autonomia, la sua capacità di essere padrona del proprio destino. Oggi il tema della competitività, il tema dell'industria europea, la questione dell'autonomia strategica, anche in tema di difesa, devono tornare centrali. E, nel momento in cui tornano centrali, hanno ovviamente bisogno anche di regole che siano adeguate a quella scelta strategica", dice.
L'Ue va "verso la revisione della governance economica, il patto di stabilità e crescita. Ovviamente deve andare, dal nostro punto di vista, soprattutto a sostegno della crescita", spiega ancora al termine del bilaterale.
"Perché, se non si sostiene la crescita - continua Meloni - diventa impossibile anche garantire stabilità, particolarmente per quelle nazioni che sono più indebitate. E non si può, nel momento in cui si discute la governance economica dell'Unione Europea, non tenere conto delle scelte strategiche che l'Europa fa. Se l'Europa fa la scelta strategica della transizione verde, se fa la scelta strategica della transizione digitale, se fa la stessa scelta strategica di rafforzare la sua difesa, poi non può non considerare nella sua governance il valore degli investimenti che le nazioni fanno su questi grandi obiettivi". Si tratta, prosegue, di "un'altra materia sulla quale Italia e Polonia sono assolutamente dalla stessa parte, così come sulla flessibilità nell'utilizzo dei fondi esistenti, che serve a bilanciare, senza creare disequilibri nel mercato interno, le scelte che sono state fatte sull'allentamento delle norme sugli aiuti di Stato".
Anche sull'Ucraina "la posizione italiana e la posizione polacca sono sostanzialmente identiche. Noi siamo al fianco dell'Ucraina, siamo al fianco della difesa della libertà di un popolo che sta stupendo il mondo per difendere la sua libertà, la sovranità, l'integrità territoriale contro un'aggressione che non possiamo accettare", sottolinea la premier.
"Faremo tutto quello che possiamo fare per impedire" ai russi di prevalere, "e questo significa che continueremo a essere al fianco dell'Ucraina fino a quando sarà necessario, sostenendola a 360 gradi. Vale anche per il prossimo vertice di Vilnius, il vertice della Nato, nel quale siamo d'accordo, anche qui perfettamente d'accordo, con la Polonia sulla necessità di reali garanzie di sicurezza per l'Ucraina. Anche perché offrire reali garanzie di sicurezza all'Ucraina è anche la condizione fondamentale per ottenere domani una pace giusta e duratura", spiega.
"In tema di sostenibilità ambientale e di transizione energetica, noi siamo dei Conservatori e quindi per noi la difesa dell'ambiente è la prima delle questioni", continua Meloni. "Ma la sostenibilità ambientale - continua Meloni - deve andare di pari passo con la sostenibilità sociale ed economica, col rafforzamento della nostra capacità industriale. Anche su questa visione ci siamo trovati d'accordo".
"Chi più dei Conservatori - aggiunge poi Meloni, parlando alla platea del gruppo Ecr al Sofitel di Varsavia - è attento a difendere la terra dei padri? Quel legame tra i morti, i vivi e i non ancora nati come direbbe Roger Vernon Scruton (filosofo e scrittore britannico scomparso nel 2020, ndr). Noi siamo certo attenti alla natura e all'ambiente. Il punto è che la natura la vogliamo difendere con l'uomo dentro: non consideriamo l'uomo come un parassita del Creato".
"Consideriamo anzi che l'opera dell'uomo debba e possa essere fondamentale per mettere in sicurezza il territorio. Anche qui, abbiamo avuto prima di altri il coraggio di dire alcune cose", per esempio che "che non aveva molto senso, mentre tentavamo di liberarci dalla dipendenza dalla Russia, legarci mani e piedi ad una dipendenza verso la Cina. Perché errare è umano, ma perseverare è diabolico. Oggi - conclude - anche altri cominciano ad aprire gli occhi".