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Vaticano, Parolin: "Nessuna coincidenza tra ritorno Pell e vicenda Becciu"

Quanto al segretario di Stato Usa Mike Pompeo c’è stato un "colloquio cordiale" anche se le posizioni sulla Cina restano "distanti".

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)
01 ottobre 2020 | 19.07
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Non c’è "nessuna coincidenza" tra il ritorno del cardinale australiano George Pell, assolto dalle accuse di abusi sessuali su minori dopo avere fatto anche il carcere, e la vicenda del cardinale Angelo Becciu, licenziato dal Papa e senza più i diritti del cardinale. Lo ha assicurato il Segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, ai margini della presentazione del libro di padre Enzo Fortunato ‘La tunica e la tonaca’. Parolin ha anche detto che non è stato il Papa a richiamare il cardinale ‘ranger’ a Roma in Vaticano.

Parolin, come già aveva detto Becciu, ha sentito l’ormai ex cardinale: "Ho sentito Becciu. Io credo che su questa vicenda è meglio non fare commenti". Quanto al ritorno di Pell, il porporato ha assicurato che non c’è "nessuna coincidenza tra le due cose. Pell aveva chiesto, dopo la sua liberazione, di tornare a Roma. Non c’è stata nessuna convocazione di Pell da parte del Papa. E’lui che ha chiesto di venire a Roma per chiudere la sua posizione, qui ha ancora la casa ma non so quali progetti ha".

Quanto al segretario di Stato Usa Mike Pompeo c’è stato un "colloquio cordiale" anche se le posizioni sulla Cina restano "distanti". Così Parolin ha fotografato l’incontro avuto stamani in Vaticano con Pompeo. Nei giorni scorsi Pompeo, con un intervento a gamba tesa, aveva intimato al Pontefice di non rinnovare l’accordo con la Cina.

"L’incontro - ha spiegato ai margini della presentazione del libro di padre Enzo Fortunato ‘La tunica e la tonaca - è andato bene, nel senso che abbiamo avuto un colloquio definito cordiale in cui Pompeo ha espresso le ragioni per le quali ha fatto questi interventi e noi abbiamo spiegato le ragioni per cui dobbiamo andare avanti per la strada" intrapresa.

Le posizioni restano distanti? "Si, si - ha confermato Parolin - però non era quello lo scopo di avvicinare le posizioni ma mi pare che da parte loro c’è stato un ragionamento articolato. Da parte sua c’è stata comprensione per il metodo con cui la Santa Sede approccia questi problemi. Cerchiamo tutti la libertà religiosa e una vita normale per la Chiesa. Ci differenziamo sul metodo di come raggiungere queste finalità però nello stesso tempo rivendichiamo da parte nostra una scelta riflettuta che ha fatto il Papa quindi la libertà di andare avanti in questa scelta".

A breve scadrà l’accordo che dovrà essere confermato ma, ha detto Parolin, "finché sarà ‘ad experimentum’ rimarrà segreto, quindi per i prossimi due anni dovrebbe continuare così. Si spera che funzioni ancora meglio e si possa procedere a nominare i Vescovi delle sedi vacanti".

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