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Madia resta alla Pa, obiettivo 'chiudere' la riforma

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12 dicembre 2016 | 19.16
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Uno degli ultimi atti del governo Renzi è legato al nome di Marianna Madia che, in extremis, a quattro giorni dal voto sul referendum costituzionale, ha raggiunto l'accordo con Cgil, Cisl e Uil per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego su un aumento di 85 euro mensili.

Madia, classe 1980, viene riconfermata neo ministra per la Semplificazione e la Pubblica amministrazione. Al suo nome è legata anche la riforma della Pa, la legge delega 124 del 2015, di cui tuttavia la Consulta ha dichiarato l'incostituzionalità di alcune parti. Una sentenza, quella della Consulta, arrivata come una doccia fredda il 25 novembre di quest'anno, dopo l'approvazione definitiva di ben cinque decreti attuativi, tra cui quello sulla dirigenza e quello sui servizi pubblici locali.

Romana, deputata del Pd alla Camera dal 2008 è stata scoperta da Walter Veltroni che la volle capolista a soli 27 anni della XV Circoscrizione. Maria Anna Madia, questo il vero nome all'anagrafe, è figlia del giornalista e attore Stefano Madia. Dopo aver frequentato il Lycée Chateaubriand di Roma ottenendo la maturità francese con mention bien si è laureata in Scienze politiche e poi si è specializzata all'Istituto di Studi Avanzati di Lucca, dove ha conseguito il dottorato di ricerca in economia del lavoro.

Il 9 dicembre 2013 diviene membro della segreteria nazionale del Partito Democratico, con il ruolo di responsabile per il lavoro, 'trampolino' per l'incarico di uno dei ministeri più in vista presso l'opinione pubblica.

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