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Influenza 2023, Lopalco: "Picco? E' già passato, ora seconda metà dell'epidemia"

Il docente di Igiene all'università del Salento: "Chi oggi dice 'il peggio deve ancora venire' sbaglia. Influenza suina? Non lo è, maggior parte dei casi sono causati da umanissimo ceppo A H1N1"

Influenza 2023 - Fotogramma
Influenza 2023 - Fotogramma
11 gennaio 2024 | 12.04
LETTURA: 2 minuti

"Il picco di incidenza" dell'influenza 2023-2024 "si è registrato nell'ultima settimana dell'anno" appena passato. "Chi oggi dice 'il peggio deve ancora venire' sbaglia. Quello che ci aspetta è la fase calante della curva. Il che significa che registreremo più o meno la seconda metà dei casi dell'intera epidemia (che non è poco, ma non è 'il peggio'). Ovviamente potrò essere smentito dall'imprevedibile, ma le previsioni basate sull'andamento degli scorsi anni suggeriscono quanto ho detto". Lo sottolinea in un post su Facebook Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene all'università del Salento.

"Influenza suina? Non lo è, casi da ceppo A H1N1"

"Per colore giornalistico si sta parlando di influenza 'suina'. Non lo è. La maggior parte dei casi sono causati dal ceppo A H1N1: umanissimo", aggiunge quindi Lopalco.

L'H1N1 "è ceppo emerso nel 2009, anno dell'ultima pandemia influenzale che ai tempi fu battezzata 'suina' perché con buona probabilità partì dagli allevamenti di maiale fra Messico e stati del Sud degli Usa. Il virus contiene nel suo genoma porzioni di virus di origine suina, porzioni di origine aviaria e porzioni di origine umana. Come sempre avviene per i virus influenzali è il frutto di un rimescolamento di diversi ceppi. Ma il ceppo risultante dal rimescolamento è umano".

"Modesta adesione a campagna vaccinale, ministero e Regioni hanno sottovalutato"

"Già lo scorso anno avevamo registrato una modesta adesione alla campagna vaccinale contro l'influenza. Ministero della Salute e Regioni sono entrambi colpevoli per aver sottovalutato questo aspetto e non aver messo in atto alcuna azione correttiva", afferma quindi all'Adnkronos, sottolineando che "stagioni influenzali intense non sono una novità. E questa, in particolare, era attesa, vista la bassa intensità di circolazione dei virus influenzali durante gli anni della pandemia Covid 19".

"Si sarebbe dovuta avviare con buon anticipo una campagna vaccinale degna di questo nome. Le ‘pezze’ tardive come gli Open day vaccinali non sono stati sufficienti", conclude.

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