“La nostra difficoltà, emersa proprio durante la pandemia è che il modello finora utilizzato, che è ospedale-centrico ha evidenziato criticità. Quindi, è importante sviluppare un modello di prossimità della cura. La telemedicina, in questo processo, può aiutare, avvicinandoci ai nostri pazienti, senza sostituire la visita in presenza, ma supportando alcune fasi dell’approccio al paziente, come i controlli di routine. In questo modo, potremmo ridurre i tempi delle visite, ma anche le spese a carico dei pazienti”. Sono le parole di Claudio Gasperini, coordinatore del gruppo di studio Sm della Società italiana di neurologia, in occasione della presentazione dei risultati dell’indagine “Stato dell’arte e prospettive per la telemedicina nella gestione dei pazienti con Sclerosi multipla” promossa dalla Sin, con Associazione italiana sclerosi multipla (Aism) e l’azienda biotecnologica Biogen, in collaborazione con ILHM-Unict (Centro studi avanzato in innovazione, leadership and health management) e con il contributo della prof.ssa Valeria Tozzi del Cergas di Sda Bocconi.