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"Pensaci, Giacomino!", Pattavina rilancia il consiglio di Pirandello al teatro Quirino di Roma

La commedia del drammaturgo siciliano con la regia di Guglielmo Ferro

Pippo Pattavina in
Pippo Pattavina in "Pensaci, Giacomino!" al teatro Quirino di Roma
18 marzo 2024 | 17.36
LETTURA: 2 minuti

"Pensaci, Giacomino!". Il consiglio contenuto nel titolo della commedia di Luigi Pirandello viene ora rilanciato da Pippo Pattavina per la messa in scena allestita fino al 24 marzo sul palcoscenico del teatro Quirino di Roma, con la regia di Guglielmo Ferro che ne è anche il direttore artistico. La riflessione cui è chiamato il Giacomino del titolo riguarda la possibilità di 'coprire' quello che all'epoca era senza dubbio considerato uno scandalo, ovvero la nascita di un bambino fuori dal matrimonio, grazie alla interessata disponibilità di un vecchio professore prossimo alla pensione che, nella sua personale battaglia contro lo Stato che lo ha costretto per una vita a uno stipendio da fame, vuole fargliela 'pagare' sposando una donna giovanissima che così potrà godere per molti anni della sua pensione statale, continuando a frequentare il suo amato.

"In questo lavoro Pirandello, restando immune da facili moralismi, riesce a dar corpo con intensità a una critica, profonda e assolutamente lontana da tentazioni qualunquistiche, di quelle convenzioni sociali, di quell'ipocrisia, di quelle 'maschere' con le quali la gente comune traveste la propria assenza di principii etici - osserva Guglielmo Ferro nelle sue note di regia - Il protagonista, il professor Toti, non appare come un vinto né rappresenta una figura triste o malinconica da vecchio ingrigito dai propri pensieri. Anzi, è l'unico vincitore in una battaglia in cui escono tutti sconfitti. Lui sente di poter scegliere, di essere padrone della propria vita, delle proprie certezze, dei propri errori, con acutezza mentale, profondo rigore etico, coerenza tagliente che, proprio per questo, infastidisce la società, in quanto fa pensare e mette ognuno di fronte alla ridicola apparenza di rituali, spogli di ogni significato".

(di Enzo Bonaiuto)

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