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Vaccini, Rappuoli: "Età d'oro per svilupparli contro superbatteri"

21 novembre 2019 | 16.24
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"Le tecnologie in grado di darci vaccini per la resistenza antimicrobica non rappresentano più la sfida principale: ora dobbiamo guardare ad altre sfide, tra cui il livello di investimenti necessari e l'elevato rischio di fallimento. Per scalare questa 'seconda montagna', dobbiamo illustrare meglio il valore dei vaccini contro i superbatteri, perché siamo in un'epoca d'oro per sviluppare prodotti che prima era impensabile creare". Lo ha evidenziato Rino Rappuoli, Chief Scientist, Head of External R&D, Gsk Vaccines, in occasione dell'evento 'How can vaccines combat Antimicrobial Resistance' organizzato oggi a Siena nel Gsk Vaccines Research Center, per la Settimana mondiale sulla consapevolezza antibiotica 2019.

Un incontro alla memoria di Stanley Falkow, che ha dedicato la sua vita allo studio di batteri e malattie infettive e che è stato uno dei primi a dare l'allarme sul problema della multi-resistenza ai medicinali.

"Nel secolo scorso - ha aggiunto Rappuoli - la riduzione delle morti per malattie infettive in tutto il mondo è stata uno dei più grandi successi dell'umanità. Gli antibiotici sono essenziali per il trattamento delle infezioni, tuttavia la resistenza antimicrobica è una delle minacce emergenti più importanti per la salute globale. L'uso di antibiotici quasi inevitabilmente genera resistenza, rendendo ogni antibiotico obsoleto nel tempo. Sono necessarie più strategie alternative per controllare queste malattie. Il defunto Stanley Falkow aveva predetto questa minaccia molto tempo fa. A differenza degli antibiotici, i vaccini possono prevenire e mitigare le infezioni con un rischio molto basso di generare resistenza. Inoltre, possono diminuire complessivamente l'incidenza delle infezioni, riducendo così il volume d'uso degli antibiotici e mitigando il problema della resistenza".

"Con l'introduzione di nuove classi di antibiotici - ha spiegato Gordon Dougan, docente del dipartimento di Medicina della Cambridge University (Gb) - negli ultimi 75 anni la resistenza è emersa molto rapidamente in quasi tutti i casi. Gli antibiotici stanno in un certo senso 'allevando' una nuova generazione di batteri super-resistenti che si sono adattati con vari meccanismi, anche se la combinazione di diverse forme di resistenza (resistenza multipla o Mdr) sta diventando la norma in molti casi".

Per combatterli, un'arma chiave potranno essere i vaccini. "Oggi - prosegue Rappuoli - avremmo la possibilità, grazie alle tecnologie esistenti, di mettere a punto prodotti in grado di prevenire infezioni resistenti, ma nel mondo non ci sono molti che lo stanno facendo. Perché non c'è coscienza del pericolo che rappresentano per la nostra salute oggi e nel futuro. Gli antibiotici sono utili e necessari, ma dobbiamo essere coscienti che quando li usiamo naturalmente creiamo organismi resistenti, e dopo un po' questi farmaci diventano obsoleti. I vaccini, al contrario, sono composti diversi e, colpendo i batteri attraverso bersagli multipli, è più difficile che creino resistenza".

"I 'superbatteri' in questo momento sono una ventina in tutto, c'è una lista di priorità dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e dei Centers for diseases control (Cdc) americani, ma la nostra lista qui in Gsk chiaramente è più corta: si è cominciato con il gonococco, abbiamo già un vaccino che funziona parzialmente e sappiamo che possiamo farne uno che funziona totalmente. Poi stiamo lavorando contro shigella, tifo, salmonella non tifoide. E' già un importante pannello di prodotti e speriamo in questo modo di dare il nostro contributo contro la pandemia di batteri antibiotico-resistenti", conclude.

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