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Banche: a Bologna confronto su progetto Cassa Centrale-Credito cooperativo

21 settembre 2015 | 08.00
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Banche: a Bologna confronto su progetto Cassa Centrale-Credito cooperativo

Il progetto Cassa Centrale Banca – credito cooperativo italiano è stato al centro dei lavori oggi del meeting organizzato da Ccb insieme a Phoenix e Ibt a Bologna, cui hanno partecipato circa 150 Bcc e Casse Rurali da tutta Italia. Aprendo il lavori il direttore della Banca di Bologna Enzo Mengoli ha ricordato che “quello che stiamo vivendo è un momento cruciale per il credito cooperativo e per tutto il sistema bancario”.

"Il progetto di Cassa Centrale è concreto e può essere realizzato in breve tempo per rispondere anche a quanto ci viene chiesto dagli Organi di vigilanza, per dare una risposta di sicurezza e solidità alle banche", ha affermato il vicepresidente di Cassa Centrale Banca Carlo Antiga."La norma sul bail-in cambia il rapporto tra banca e cliente, il quale non cercherà più soltanto le migliori condizioni di tasso, ma anche la sicurezza e la solidità", ha aggiunto Antiga.

Se in un messaggio il presidente di Federcasse Alessandro Azzi ha auspicato che si giunga a una autoriforma del credito il più possibile unitaria, il presidente di Cassa Centrale Giorgio Fracalossi - forte della collaborazione del partner DZ Bank (che controlla il 25% del capitale) - ha risposto che "l'unità del sistema è un valore in cui crediamo profondamente anche noi, ma che oggi ha bisogno di essere coniugato con una radicale rifondazione di tutte le sue componenti. In presenza di una forte discontinuità rispetto al passato, e su questo Ccb avrà un atteggiamento collaborativo". "Siamo parte integrante del movimento cooperativo italiano - ha affermato Fracalossi - Il nostro modello di gruppo bancario cooperativo rappresenta la ‘via Italiana’ alla riforma. Un modello che coniughi l'autonomia di un sistema di banche locali espressione dei loro territori con la capacità di coordinamento propri di un gruppo bancario”.

Per il direttore di Cassa Centrale Mario Sartori "Dobbiamo dimostrare di avere idee chiare e di saper fare le giuste mosse. La scossa che il mercato ci ha dato e la risposta che il legislatore e la vigilanza stanno ipotizzando ci impongono di pianificare il cambiamento”. Dal canto suo Lorenzo Bini Smaghi, ha sottolineato come "il processo di integrazione deve essere fatto con metodo meritocratico: le Bcc si sono indebolite mettendo insieme banche deboli, che non fanno una banca forte".

Il primo passo del progetto di Cassa Centrale prevede la riorganizzazione industriale e il consolidamento del Gruppo Ccb con la creazione di una holding entro la prossima primavera, che prevede di includere tutte le società di prodotto e di servizio che hanno già consolidati rapporti con Bcc di tutta Italia: Phoenix, Cesve, Ibt, Assicura, Assicra.

Per quanto riguarda la capogruppo, alla luce dell'evoluzione del progetto andranno ipotizzati uno o più aumenti di capitale con l'obiettivo di raggiungere 800-1000 milioni di patrimonio. Le fonti di reperimento immediato di capitali saranno le banche appartenenti al Gruppo, altri soggetti del mondo cooperativo e istituzionali, soci e clienti delle Bcc-Cr ed il mercato nazionale e internazionale.

Le singole Bcc mantengono il loro assetto e mission di banche del territorio e sottoscrivono con Cassa Centrale Banca - Credito cooperativo italiano, la capogruppo, un contratto di direzione e coordinamento: le regole sono definite sulla base di un approccio basato sul rischio attraverso il quale le Bcc più virtuose godono di autonomie più ampie. L'ipotesi prudenziale prevede l'adesione di almeno 91 Bcc e Rurali, ma il totale potrebbe salire a circa 150, con fondi propri che potrebbero andare da 4,8 miliardi a 8,4.

Il progetto non può naturalmente tralasciare il nodo rappresentato dai 200 miliardi di sofferenze e 150 di crediti incagliati che al momento sono in capo al sistema bancario italiano. "Il credito cooperativo non fa eccezione, ed ha pesanti conseguenze sui nostri bilanci in termini di minore redditività e capacità di accumulare capitale", ha affermato Fabrizio Berti, direttore area crediti di Cassa Centrale. Sulla gestioni dei crediti deteriorati Sartori ha aggiunto: "Stiamo cercando anche strade nuove, che devono trovare la condivisione della vigilanza, come la costruzione di una architettura che trasformi il costo di esercizio in una sorta di ammortamento con un canone di assicurazione pluriennale".

Infine sul tema delle trasformazioni che la tecnologia imporrà nel rapporto fra le banche e i loro clienti lo scenario tracciato da Giuseppe Armani di Cassa Centrale Banca, Michela Strobbe di Ibt e Alessio Bonetti di Phoenix porta nella direzione della semplificazione dei prodotti e diversificazione dei canali.

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