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"A chiedermi il pizzo è stato un uomo dell'antimafia", il racconto di una vittima di estorsione

09 aprile 2016 | 13.28
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Nella foto, il pasticcere Santi Palazzolo
Nella foto, il pasticcere Santi Palazzolo

"Io ho ricevuto la richiesta di pizzo non da un mafioso o un delinquente ma da un insospettabile, un rappresentante dell'antimafia. Colui che poco prima mi aveva fatto firmare il codice etico in cui mi impegnavo a denunciare eventuali estorsioni subite". Lo ha denunciato, dal palco della Leopolda siciliana, Santi Palazzolo, il pasticcere dell'aeroporto di Palermo che un anno fa aveva denunciato e fatto arrestare l'ex vicepresidente della Gesap Roberto Helg, paladino dell'antimafia. Helg era stato arrestato in flagranza di reato mentre chiedeva una tangente da 100 mila euro a Palazzolo in cambio della proroga del contratto della sede della pasticceria in aeroporto. "Il mio stato d'animo è stato di smarrimento - ha detto Palazzolo dal palco - a chi devo denunciare? E cos'è l'antimafia?".

E ancora: "Si parla spesso di antimafia - aggiunge - ma che cos'è l'antimafia, quella di chi partecipa alle marce o di chi si alza la mattina alle quattro, indossa il camice da pasticcere e dà lavoro a 50 persone? E' antimafia mettersi una fascia tricolore e accusare un cittadino di avere fatto un gesto utilizzandolo come merce di scambio?". Il riferimento è al sindaco di Palermo Leoluca Orlando. "Il sindaco di Palermo - prosegue Palazzolo - dice che io cerco scampoli di impunità. Io non ho mai risposto pubblicamente ho aspettato che a parlare fossero i giudici e lo hanno fatto con due sentenze. Prima quella penale, dopo la condanna di Helg e poi il lodo arbitrale che mi ha dato ragione". Nei giorni scorsi il collegio arbitrale aveva accolto la richiesta di Palazzolo di proseguire il contratto per la sede della pasticceria in aeroporto.

Dal palco della Leopolda, Palazzolo attacca anche il sindaco di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo: "Da quando ho fatto la denuncia - dice - non è entrato una sola volta nel mio negozio, è passato un anno. Perché sostiene che non può appoggiare un'antimafia affaristica. Ha sostenuto che non devo speculare sulla sorte dei miei collaboratori dicendo che se chiude il negozio dell'aeroporto loro perdono il posto di lavoro".

E conclude: "Ho ricevuto migliaia di attestazioni di solidarietà. Mi hanno definito un eroe, ma io non sono un eroe. Non accetto questa definizione perché finché denunciare diventa un gesto eroico vuol dire che c'è qualcosa che non va. Bisogna metterci la faccia come me". E ha ringraziato pubblicamente Davide Faraone, organizzatore della Leopolda siciliana, per il suo appoggio ricevuto dopo la denuncia.

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