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Natale: Confartigianato, vola l'export dei dolci artigianali Made in Italy

11 dicembre 2015 | 15.12
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Natale: Confartigianato, vola l'export dei dolci artigianali Made in Italy

E' boom di vendite all'estro per i dolci artigianali tipici del Natale, made in Italy e soprattutto made in Emilia Romagna. Francia, Germania e Regno Unito: sono questi i tre Paesi nei quali è maggiore la quota di export di prodotti della tradizione dolciaria Italiana legata all'Avvento. Il dato quanto emerge da un'analisi di Confartigianato. Nell’ultimo anno, tra panettoni, pandoro, cioccolato e squisitezze Made in Italy, sono volati nel mondo prodotti per un valore di 309,1 milioni di euro, con un aumento del 10,2% rispetto all’anno precedente.

Dall’inizio dell’anno i Francesi hanno comprato 75,1 milioni di euro di dolci natalizi (pari al 24,3% del nostro export di questo tipo di prodotti); in Germania sono stati esportati 53,8 milioni di pasticceria per le feste di fine anno (17,4% del totale esportato), mentre nel Regno Unito l’export di dolci di Natale italiani è pari a 34,3 milioni (11,1% del totale). La crescita maggiore si è però registrata negli Stati Uniti che hanno comprato il 45,5% di dolci in più rispetto al 2014, seguono la Germania (+32,1%), l’Austria (+22,2%), e la Spagna (15,6%). Secondo Confartigianato l’aumento dell’export di specialità natalizie è in linea con il record storico di vendite all'estero di food made in Italy registrato nel 2015. pari 29,6 miliardi.

"Un contributo fondamentale a questi numeri positivi arriva dall’Emilia Romagna che conta ben 378 specialità tradizionali, molte di queste Dop e Igp - spiega il presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli - prodotti che sono un vanto per la nostra regione e sono il frutto del lavoro di tanti artigiani che mantengono alto il livello occupazionale". Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato a far crescere l’apprezzamento degli stranieri per i nostri prodotti è anche il numero di specialità alimentari italiane riconosciute e tutelate dall'Ue con i marchi Dop, Igp e Stg. Ultimo in ordine di tempo è stato il Pampepato di Ferrara. L’Italia è, infatti, leader nell’Ue per quantità di prodotti difesi da questi marchi di qualità: ben 277, vale a dire un quinto (21,5%) del totale dei prodotti di qualità europei. I prodotti agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo, censiti in Italia sono 4.881 e la sola Toscana ne conta quasi un decimo (9,4%) e precisamente 461, seguita dalla Campania con 457 (9,4%), dal Lazio con 393 (8,1%), dall’Emilia-Romagna con 378 (7,7%) e dal Veneto con 370 (7,6%). Rispetto allo scorso anno si contano 68 prodotti agroalimentari tradizionali in più.

Nella classifica delle regioni con il maggiore aumento di export alimentare la Toscana fa registrare il +18,4% nei primi sei mesi del 2015, Seguono Campania, con +14,8%, Veneto (+11,9%), Piemonte (+5,1%), Emilia Romagna (+ 4,7%) e Lombardia (+1,%). A livello provinciale, record di crescita dell’export per Napoli (+36,1%), Bergamo (+26,1%), Firenze (+19,6%), Siena (+18,9%), Vicenza (+18,7%). "Non solo la produzione artigianale continua a mantenere alta la qualità ma tiene anche i prezzi sotto controllo, infatti ad ottobre 2015, a fronte di una crescita dei prezzi dei prodotti alimentari del 2%, quelli dei prodotti di pasticceria fresca crescono dell’1%, con una riduzione rispetto all’1,2% di ottobre 2014. I nostri artigiani- prosegue Granelli - fanno qualità, garantiscono posti di lavoro, diffondono il nome dell’Italia all’estero, sono una ricchezza da salvaguardare".

Dd registrare anche il ritorno alla crescita della spesa alimentare dopo 9 anni: il volume delle vendite del settore alimentare nei primi 9 mesi del 2015 registra una crescita dello 0,5%, per la prima volta dal 2006. Stabile inoltre il numero delle imprese dell’artigianato alimentare: al 30 settembre 2015 il settore risulta composto da 90.977 imprese e 159.753 addetti. Una stabilità in controtendenza rispetto al calo dell’1,6% registrato dal totale artigianato.

La più alta vocazione all'export alimentare spetta, ancora una volta, all'Emilia Romagna con esportazioni del settore pari al 3,61% del valore aggiunto regionale, seguita dal Veneto e Piemonte. L’analisi territoriale delle esportazioni del settore alimentare, focalizzata sul primo semestre del 2015, evidenzia che nel complesso valgono complessivamente 14,5 miliardi di euro, di cui il 76,2% è relativo ai soli prodotti alimentari e il rimanente 23,8% alle bevande.

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