cerca CERCA
Venerdì 19 Aprile 2024
Aggiornato: 18:35
10 ultim'ora BREAKING NEWS

"A Palazzo Chigi Preiti sparò per uccidere". Le motivazioni della condanna a 16 anni

11 marzo 2014 | 15.21
LETTURA: 2 minuti

Il 28 aprile dello scorso anno quando davanti a Palazzo Chigi dove si insediava il governo Letta sparò ad alcuni carabinieri presenti nella piazza, Luigi Preiti puntò l'arma all'indirizzo di ogni singola persona. E' quanto ritiene il gup Filippo Steidl, che il 21 gennaio scorso ha condannato Preiti a 16 anni di reclusione, giudicandolo con rito abbreviato. Nella motivazione della sentenza il giudice scrive tra l'altro che i colpi e la loro direzione erano idonei a provocare la morte dei carabinieri dislocati nella piazza.

Quindi dalla ricostruzione dei fatti emerge la piena intenzionalità di Preiti di uccidere i carabinieri che sono Giuseppe Giangrande, Delio Marco Murrighile, Lorenzo Di Marco e Francesco Negri.

Quanto alla ricostruzione dei fatti il giudice esprime la convinzione che Preiti abbia progettato l'attentato contro le istituzioni. Tanto è vero che per farsi prestare dal suo datore di lavoro il denaro necessario per il viaggio disse che si doveva recare al Nord dell'Italia dove il figlio era rimasto ferito in un incidente stradale. Una volta in piazza però Preiti cambiò obiettivo abbandonando il progetto di attentare ai politici.

Ma per questo motivo "l'aggravante della premeditazione non è venuta certo meno". Furono i carabinieri così a diventare obiettivo. "Questi ultimi non sono stati certo impulsivamente attinti in un eccesso d'ira, essendo, al contrario, presenze scontate dinanzi a importanti sedi istituzionali prese di mira e dunque giocoforza contemplati anch'essi sin dall'inizio dell'ideazione come bersagli ineludibili dell'azione offensiva".

Nell'ultima parte della motivazione si legge tra l'altro: "La condizione di rabbia e frustrazione per questioni famigliari ed economiche lamentata da Preiti non può minimamente nobilitare il movente dell'azione ed attenuare la gravità del gesto che è e rimane un gesto marcatamente antisociale portato a segno, nel desiderio di conquistare la ribalta mediatica in danno di carabinieri nell'esercizio dei loro doveri istituzionali".

Riproduzione riservata
© Copyright Adnkronos
Tag
Vedi anche


SEGUICI SUI SOCIAL



threads whatsapp linkedin twitter youtube facebook instagram
ora in
Prima pagina
articoli
in Evidenza