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A Porto Marghera un polo per la chimica verde, salvi 430 posti

14 novembre 2014 | 17.17
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Firmato al Mise il protocollo con l'Eni. Previsti circa 200 mln di euro di investimenti.Le nuove scelte produttive consentiranno di garantire l'occupazione e di realizzare un nuovo impianto per la produzione.

La sede dell'Eni a San Donato Milanese (Infophoto)
La sede dell'Eni a San Donato Milanese (Infophoto)

Dopo Gela, anche a Porto Marghera. Eni metterà in atto importanti iniziative per il rilancio della chimica nel sito veneto con investimenti per circa 200 milioni di euro. Il Protocollo per la reindustrializzazione e il rilancio è stato firmato oggi al ministero dello Sviluppo Economico alla presenza, tra gli altri, del ministro Federica Guidi e del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia. Le nuove scelte produttive consentiranno di garantire l’occupazione, di assicurare la fornitura all’intero sistema chimico Eni dislocato in Valle Padana (Mantova, Ravenna e Ferrara) e di realizzare un nuovo impianto per la produzione di biocarburante.

A Porto Marghera, sottolinea l'ad di Eni, Claudio Descalzi, "creeremo un polo per la chimica verde con due nuovi impianti produttivi che, grazie a un’innovativa tecnologia, produrranno detergenti e lubrificanti partendo da oli vegetali. Saremo i primi al mondo a realizzare prodotti bio per la perforazione petrolifera, che andranno a beneficio anche delle nostre attività upstream".

Impegni concreti, quindi, rileva Zaia, "non chiacchiere" che permetteranno di salvaguardare 430 posti di lavoro e di realizzare "una nuova chimica compatibile con il delicato equilibrio e la fragilità della Laguna di Venezia". La Regione Veneto assicura la massima attenzione: "saremo molto attenti e solerti - sottolinea l’Assessore al Lavoro Elena Donazzan - così come lo siamo stati nel processo che ha portato al protocollo, avendo avuto dalla stessa azienda il riconoscimento che la Regione è stata assai rapida nelle risposte sulle questioni burocratico-amministrative che si sono poste lungo l’iter".

L'intesa di oggi, spiega l'ad del Cane a sei zampe, "rappresenta un passo fondamentale per il futuro di Porto Marghera e si inquadra nell’impegno di Eni per rilanciare le proprie attività industriali in Italia facendo leva su innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale". Come fatto a Gela nei giorni scorsi, e ancor prima con la bio raffineria di Porto Marghera e gli impianti bio chimici di Porto Torres, Eni "ha valorizzato le competenze e gli asset locali riposizionando le attività industriali su settori di mercato in crescita nell’ambito dell’economia verde, salvaguardando l’occupazione e offrendo nuove opportunità di sviluppo al territorio".

I sindacati non hanno nascosto la loro soddisfazione per la firma del protocollo. Per il segretario generale della Uiltec, Paolo Pirani, si tratta di "un accordo storico". Ora "confidiamo in un senso di responsabilità affinché venga garantita la realizzazione degli impegni". Per il segretario generale della Filctem-Cgil, Emiliano Miceli, l'intesa "offre una soluzione di prospettiva per un'area industriale abbandonata nel tempo dalle Istituzioni, dall'Eni, dalla politica". Ora, aggiunge, "inizia la difficile fase di gestione di un accordo complesso e su cui serve vigilare con grande attenzione e puntualità".

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