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Roma: fra pane e pizza la passione per l''arte bianca' diventa ricerca

26 maggio 2016 | 15.13
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Roma: fra pane e pizza la passione per l''arte bianca' diventa ricerca

Non un locale come tanti, ma una 'pizzeria gourmet per tutti', con una filosofia particolare, fatta di pane, pizza, credenza e condivisione. Si chiama 'Pane e Tempesta' (nome ispirato all'omonimo libro di Stefano Benni, che esprime la storia dei fondatori e la loro filosofia di condivisione del lavoro, del sapere, del mangiare), oramai un’affermata realtà romana nel cuore di Monteverde, nata un anno e mezzo fa per volontà di Fabrizio Franco e Omar Abdel Fattah.

Qui si usano prodotti di primissima scelta come farine ricavate dai grani antichi italiani, provenienti dall'agricoltura biologica: Tumminia, Senatore Cappelli, Farro Monococco, Bidi, Madonita, Grano Saraceno Tartarico, prodotte dalle aziende Molino Silvestri (Umbria), Az. Agr. Poggi (Lazio), Molino del Ponte (Sicilia), Molino Grassi (Emilia Romagna), CalabriaCanapa (Calabria).

E l'elenco dei pani sfornati quotidianamente è lungo: pane al farro, di grano tenero integrale, ai semi, di segale, di grano duro del Faraone, di canapa e molti altri, fatti nella gran parte dei casi con il lievito madre. Ultima novità è il pane spontaneo, ovvero con fermentazione che parte grazie ai lieviti endemici della segale. Tutto questo è dovuto alla ricerca e allo studio di Fabrizio Franco, innamorato dell'arte della panificazione. "Il pane spontaneo in questo momento rappresenta un'energia nuova che ci consente di orientarci verso il futuro senza il peso del passato", dice, entusiasta come del nuovo traguardo raggiunto.

Reduci dal XXV Campionato mondiale di pizza, che si è svolto a Parma ad aprile, dove hanno conquistato il quarto posto, a 'Pane e Tempesta' Fabrizio e Omar preparano anche la pizza 'di tutti i giorni': non la solita romana o napoletana, e nemmeno la classica pizza a taglio. Sono lingue di pizza preparate con impasto semintegrale e i semi del grano Madonita all’interno, che, grazie alla crusca e sali minerali, aiutano a ridurre la quantità di sale.

Sono condite in mille modi, a seconda della stagione e dell'estro del fornaio: dalla margherita classica alla amatriciana sfiziosa, passando per quella semplice alle erbe del campo, o la parmigiana, ma anche melanzane affumicate e pomodori confit, oppure broccoletti, burrata e bottarga.

L’ultima arrivata è la pizza con l’insalatina di finocchio marinato nel vino, arance e olive di Gaeta. E da qualche mese è possibile mangiare le lingue di pizza anche a cena, con due condimenti a scelta, servite su taglieri di legno. Non manca, infine, una selezione di pasticceria da credenza, sfornata quotidianamente.

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