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Libri: a spasso per Ventotene con Sebastiano Forti, racconto-guida dell'Isola

01 agosto 2019 | 21.55
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Libri: a spasso per Ventotene con Sebastiano Forti, racconto-guida dell'Isola

(di Veronica Marino)

Spesso le guide turistiche sono senz’anima. Questa no, un po’ perché l’Isola si presta ad un racconto a piedi scalzi e un po’ perché l’autore, che è anche un musicista spericolato, ha ritmo e spontaneità per farti venire subito voglia di salire su una nave diretta a Ventotene. Sì, perché di lei parliamo, dell’Isola che ‘tiene o vient’ sia di nome che di fatto. Due chilometri nell’arcipelago ponziano dove Sebastiano Forti porta il lettore a spasso nel suo ‘La Festa è asciute buona’, pubblicato da ‘ultima spiaggia’, casa editrice di chi Ventotene la conosce sin da quando era piccino, Fabio Masi, che oggi ‘indossa’ la salsedine isolana su una folta barba bianca. E’ una delle sue chicche, come quella di far emergere i talenti di chi passa di lì. ‘Ultima spiaggia’ è anche il nome della sua libreria, l’unica, a Ventotene. Un piccolo crocevia di artisti che si sono incontrati anche in questo racconto-guida dove le parole di Forti scorrono insieme alle illustrazioni di Marco Scalia, brillante disegnatore di fumetti e vignettista satirico che ad un certo punto della vita ha mollato la Capitale ed è andato a vivere proprio a Ventotene.

Leggere le guide generalmente è utile per capire in anticipo dove stai andando e poterne così gustare il meglio. Qui c’è qualcosa in più, c’è l’estratto del volto storico dell’Isola, dai primordi al ‘periodo fascista’ fino ai semi dell’Europa, c’è l’approdo al mondo di oggi, c’è il suo passo festoso dell’estate ma anche l’incedere dell’inverno. Un’occasione rara per il lettore-turista di sbirciare l’altro volto di Ventotene che forse non conoscerà mai. C’è, però, un’altra rarità in questo racconto-guida, ed è Vincenzone, che un tempo era Vincenzino. E’ attraverso di lui che Ventotene prende forma sotto gli occhi del lettore. Lui, nato a Ventotene, lui con un ritardo cognitivo, artefice del grande incontro tra gli isolani e i turisti, con i suoi sorrisi, con la sua presenza, con la sua scelta costante di aprirsi ai forestieri e trascorrerci il suo tempo.

E’ Vincenzone che racconta Ventotene, a lui Sebastiano Forti ha affidato il compito scegliendo un linguaggio fresco, leggero, complice. E ti sembra di essere lì, insieme a Nicolino e Palla Palla, ad Attilio e a Benito, uomo-simbolo dell’Isola. Senti gli spruzzi d’acqua di una giornata semplice, rubata a tutte le sovrastrutture del mondo. Ascolti le frasi degli isolani che Forti regala tra una pagina e l’altra. Vedi la campagna e ne senti i profumi. Quegli stessi profumi che Aniello, lo chef, fa incontrare nei suoi piatti. E riesci anche ad avere la sensazione di incontrare Sara, la responsabile del museo ornitologico di Ventotene, paziente, attenta. E la musica? Regna sovrana, perché Sebastiano Forti dedica un intero capitolo alla banda. Una banda speciale, che ha strappato Ventotene alla depressione dell’inverno con il mare a fare spesso da prigione. Una banda nella quale Vincenzone suona i piatti e che quando passa per le strade è un magnete per i piedi, come le mongolfiere per gli occhi. E Ventotene di note e mongolfiere ne sa qualcosa. Santa Candida, la patrona festeggiata a fine settembre, di questo si fa vanto, della musica della banda che suona per lei e delle mongolfiere che gareggiano per onorarla fino a quando l’Isola si appresta a salutare l’estate soddisfatta perché ‘La festa è asciute buona’, come dice sempre Vincenzone.

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