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A Vado Ligure elevati tassi di mortalità e di inquinamento

15 luglio 2014 | 15.49
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Da Bergeggi ad Albissola il fenomeno del cosiddetto 'deserto lichenico'

A Vado Ligure elevati tassi di mortalità e di inquinamento

''Nelle aree interessate dalle ricadute delle emissioni della centrale di Vado Ligure si osservano elevati tassi standardizzati di mortalità, rispetto alla media regionale e nazionale sia per tutte le cause, che per malattie neoplastiche, cardio e cerebrovascolari''. Lo scrive l'Ordine dei Medici della Provincia di Savona in un documento ufficiale presentato oggi in occasione della conferenza ''L'impatto sanitario del carbone - la funzione sociale del medico: promotore di salute e di ambiente'', organizzata a Savona da Wwf Italia, Ordine dei Medici della Provincia di Savona e Associazione Medici per l'Ambiente Isde Italia.

Per la centrale di Vado ligure questi sono i dati riportati: Mercurio, valore massimo riscontrato 65,3 volte il valore di naturalità media e 7,1 volte il valore massimo riscontrato in Italia; Cromo, valore massimo riscontrato 82,5 volte il valore di naturalità media e 5,5 volte il valore massimo riscontrato in Italia; Arsenico, valore massimo riscontrato 11,5 volte il valore di naturalità media e 2,5 volte il valore massimo riscontrato in Italia; Diossido di zolfo So2, nell'Aia viene indicato un limite per cui si avrebbe una concentrazione di oltre 17 volte rispetto al limite minimo Mtd (migliori tecniche disponibile) previste dalla normativa e oltre 1,7 volte rispetto al limite massimo Mtd, mentre per il monossido di carbonio (Co) una concentrazione di oltre 8 volte rispetto al limite minimo Mtd e di 5 volte rispetto al limite massimo Mtd.

Le varie campagne di biomonitoraggio mediante licheni condotte nell'area di Vado Ligure e nei comuni limitrofi hanno evidenziato una situazione di inquinamento marcato, come testimoniano i valori molto bassi di diversità lichenica. Addirittura in alcune zone (da Bergeggi ad Albissola) si era rilevato il fenomeno del cosiddetto ''deserto lichenico'' (area dove, a causa del grave inquinamento, i licheni sono incapaci di sopravvivere). Inoltre studi di bioaccumulo nei licheni hanno dimostrato che la concentrazione di metalli pesanti attribuibili alla combustione di combustibili fossili nel savonese è fra le peggiori d'Italia.

Anche la situazione dei fondali marini risultava molto compromessa: i valori standard di qualità ambientale da raggiungere nel 2008 sono superati da 2 a 10 volte per mercurio, arsenico, cadmio, Pcb. A Vado, alla foce del torrente Quiliano, si raccolgono i mitili con la più elevata concentrazione di mercurio, cadmio e policlorobifenili tra quelli raccolti su tutta la riviera ligure.

Nella relazione su ''Inquinamento e salute in Provincia di Savona'' del 2010, l'Ordine dei Medici provinciale ricorda che per quanto riguarda le emissioni di metalli pesanti (sostanze definite come cancerogene certe, possibili o probabili), l'impatto della centrale a carbone è altrettanto pesante. Le centrali elettriche a carbone emettono quasi il 90% di tutto il mercurio che viene emesso annualmente in Liguria.

Purtroppo anche le emissioni di altri metalli pesanti sono molto elevate. Per esempio l'emissione di arsenico, potente sostanza cancerogena, dalle centrali a carbone liguri assomma ad oltre il 40% delle emissioni totali regionali. Secondo l'Ordine dei Medici di Savona, nella già citata Relazione del 2010 si arrivava a concludere che le particelle fini (Pm 2,5) primarie e secondarie rappresentano probabilmente il principale problema legato all'impatto ambientale della centrale di Vado-Quiliano, principalmente in rapporto alle elevatissime emissioni di ossidi di zolfo.

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