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Aborto: Bianco, no a medico costretto da carabinieri, obiezione e Igv diritti

12 marzo 2014 | 18.10
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Roma, 12 mar. (Adnkronos Salute) - La legge 194 è stata costruita su una serie di equilibri, "delicati come è delicato il tema". Se "il bilanciamento di due diritti - quello della donna a scegliere l'interruzione di gravidanza e quello del medico di ricorrere all'obiezione di coscienza - stanno venendo meno, la soluzione non è certo abolire uno dei due diritti. Sarebbe assurdo pensare ad un medico accompagnato in sala operatoria dai carabinieri. E' un'idea inaccettabile". Così all'Adnkronos Salute Amedeo Bianco, senatore Pd e presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), che interviene sul dibattito riaperto da un caso di cronaca sull'obiezione di coscienza dei medici. Un diritto di cui una petizione lanciata online chiede l'abolizione a fronte del rilevante numero dei ginecologi ospedalieri che dicono no all'aborto: 7 su 10.

Per il presidente dei camici bianchi italiani, quello che preoccupa fortemente è "l'abbandono" da parte di chi ha la responsabilità organizzativa della sanità di alcuni principi fondanti della 194: prevenzione, educazione, sviluppo della rete di consultori. "Elementi che fanno crescere la cultura della maternità consapevole". Per quanto riguarda invece i numeri esorbitanti dell'obiezione dei medici, Bianco invita a cercare la soluzione partendo dalla comprensione del fenomeno, non certo a colpi di avvocati e coercizione. "La risposta non sta nell'abolire uno dei capisaldi della legge, in questo caso l'obiezione, ma valutare cosa è successo realmente, quali interferenze ci sono state, quali condizioni e modelli organizzativi possono avere comportato difficoltà di attuazione della legge".

Insomma, bisogna capire "se la scelta abortista di un medico, in determinate condizioni può essere penalizzante". "Colgo spunti di riflessione - aggiunge Bianco - nelle differenze dei dati dell'obiezione tra le diverse Regioni di orientamento politico differenti". Ci sono 'influenze' e 'intromissioni' che vanno chiarite, secondo il numero uno della Fnomceo, che invita le Regioni, a cui compete l'organizzazione dei servizi sanitari, a puntare all'applicazione della 194 nello spirito originario della legge, legato alla crescita della cultura della procreazione consapevole. La sanità del futuro, conclude, "non può essere affidata alle decisioni dei tribunali che obbligano i medici alle cure. Per l'aborto, per le cure Stamina e chissà per cosa altro".

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