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Aborto, Bonino: "Questo governo limita i diritti delle donne, Piantedosi detta la linea"

24 maggio 2023 | 14.14
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A 45 anni dalla legge 194 'La Ragione' ha intervistato l'esponente di +Europa

(Fotogramma) - FOTOGRAMMA
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A 45 anni dalla legge sull’aborto, parla Emma Bonino. 'La Ragione' ha intervistato Emma Bonino che torna a parlare di aborto. “L’aborto farmacologico (RU 486 ndr) in Italia si usa poco - ha detto l’esponente di + Europa - Il ginecologo Silvio Viale combatte da dieci anni per questo diritto, che è comunissimo altrove tranne che in Italia. Il mio punto di vista è che la legge 194 debba essere applicata. Invece ci sono varie Regioni che semplicemente non la applicano perché c'è un'obiezione di coscienza di struttura. Io non ho niente contro l'obiezione di coscienza individuale ma le strutture pubbliche sono tenute ad applicare la legge. Che questo Governo voglia limitare il più possibile il ruolo delle donne e i diritti mi pare evidente. Basta vedere l’ultima circolare del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che, anche se non obbligatoria, chiede a tutti i sindaci e agli amministratori di non registrare i figli nati da coppie omosessuali. Insomma, francamente mi pare che non ci sia molto da aggiungere: loro hanno questa linea. Io ne ho un’altra ed è così da sempre”

Una veste, quella da portavoce della legge 194, che tuttavia le sta un po’ stretta: "Ho fatto tante cose nella vita, non ho fatto solo la 194 ma questa mi resta appiccicata. Insomma, sono un po’ stufa di parlare di quarant'anni fa, vorrei anche parlare di quello che succede oggi. Forse ha ragione ma dopo quasi mezzo secolo non si può restare indifferenti davanti a una legge che ha cambiato la faccia di questo Paese, diverso da tutti gli altri, così com'è strettamente legato al Vaticano".

"Una lotta nata dal basso quella dell'interruzione volontaria di gravidanza (IVG), da quella fetta di società che non poteva permettersi un’operazione costosa in cliniche private e che per abortire ricorreva ai ferri da calza e altri metodi improvvisati e pericolosissimi per le donne. Un'umiliazione non più necessaria anche grazie a donne che si sono battute per questo, anche se oggi chiedono di essere ricordate per altro".

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