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Aborto: Flamigni su morte con Ru486, non si strumentalizzi triste evento

11 aprile 2014 | 12.58
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Roma, 11 apr. (Adnkronos Salute) - "E' una notizia triste, ma spero che nessuno la utilizzi contro questo tipo di farmaco che viene usato da tempo, in tutto il mondo, con grandi vantaggi per le pazienti". E' il commento di Carlo Flamigni, noto ginecologo e componente del Comitato nazionale per la Bioetica, che lancia un appello agli antiabortisti perché non strumentalizzino "un evento grave, ma come in qualsiasi tipo di terapia - anche la meno invasiva - possibile".

La stessa Organizzazione mondiale della sanità, ricorda Flamigni, "ha dichiarato che la pillola abortiva è più utile, meno pericolosa e più semplice, nelle prime 7 settimane di gravidanza, dell'aborto chirurgico". Eventi così gravi, aggiunge l'esperto, "sono possibili anche nelle interruzioni di gravidanza chirurgiche, in due casi ogni 100 mila. Anche la stessa analgesia può avere dei rischi. Demonizzare la Ru486 non ha senso". Anche perché, considerando che la morte per arresto cardiaco della paziente, "lo stress potrebbe avere un peso persino più elevato di quello del farmaco stesso".

Per Flamigni "è necessario difendere l'uso dell'aborto farmacologico sotto controllo medico, per tutelare la salute delle donne. In Italia la presenza massiccia di obiettori spesso spinge alcune donne a cercare soluzioni su canali non controllati, su Internet ad esempio, con rischi molto seri". L'aborto farmacologico prevede l'uso della Ru486 e delle prostaglandine, farmaci che fanno contrarre l'utero ed espellere il feto e che possono avere effetti sul cuore. "Alcune donne, soprattutto immigrate, utilizzano solo prostaglandine, procurate per vie traverse, in grandi quantità per abortire in clandestinità. Sono questi i fenomeni pericolosi per la vita delle donne, che vanno evitati", conclude Flamigni.

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