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Aborto: fondo Nasko, nuovo appello Cav Milano a Maroni, difenda vita

01 aprile 2014 | 19.47
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Milano, 1 apr. (Adnkronos Salute) - "Presidente Maroni uno sforzo in più, un piccolo sforzo per difendere la vita davanti alle sole ed esclusive difficoltà economiche". Paola Bonzi, fondatrice e direttore del Centro di aiuto alla vita Mangiagalli di Milano, non molla. E torna a lanciare un nuovo appello alla Regione Lombardia affinché "ripristini il Fondo Nasko come era in passato", senza modificarne i requisiti di accesso come proposto dall'assessorato alla Famiglia, solidarietà sociale volontariato.

Bonzi si rivolge al governatore Maroni e all'assessore Maria Cristina Cantù: "Non potete passare alla storia come due amministratori della Lombardia che hanno preferito la logica di partito alla vita". Il Cav Mangiagalli chiede alla Regione di "liberare i finanziamenti stanziati nel luglio 2013 ma non ancora finiti ai destinatari. Per supplire a ciò - si legge in una nota - da gennaio a marzo 2014 il Cav ha erogato con mezzi propri 24 sussidi a donne che avrebbero abortito per motivi economici; nello stesso periodo, l'associazione ha potuto fare richiesta di Fondo Nasko per sole 20 utenti. Ogni sussidio erogato dal Cav Mangiagalli è di 200 euro per diciotto mesi, per un importo complessivo per ciascuna donna di 3.600 euro, contro i 3.000 di Nasko".

L'annunciato aumento dell'importo dell'altro fondo (Cresco) per garantire un'alimentazione sana a mamme e bimbi in difficoltà economiche, "è senz'altro da valutare positivamente", precisa Bonzi, "ma la Regione Lombardia sta svuotando il Fondo Nasko del suo significato originario: costituire un deterrente contro l'interruzione volontaria di gravidanza per motivi economici. Cento euro al mese sono davvero pochi per offrire alla donna una reale possibilità di ripensamento e di accettazione della maternità". (segue)

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