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Aborto: petizione online per vietare obiezione coscienza medici

12 marzo 2014 | 16.17
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Aborto: petizione online per vietare obiezione coscienza medici

Roma, 12 mar. (Adnkronos Salute) - Introdurre il divieto dell'obiezione di coscienza per medici e farmacisti, nel rispetto della libertà di coscienza. E' l'obiettivo della petizione lanciata sul sito www.change.org da Democrazia Atea, che appena promossa ha raccolto quasi 600 firme. Un appello rivolto anche al presidente della Camera, Laura Boldrini; a Pietro Grasso, presidente del Senato e al premier Matteo Renzi.

"Vogliamo che i medici - scrivono i promotori - nell’esercizio delle professioni sanitarie nelle strutture pubbliche non abbiano remore morali. Pertanto se la religione impedisce a un medico di praticare le trasfusioni di sangue come terapia lecita, sicuramente quel medico dovrà scegliere di non fare l’ematologo, mentre se la religione impedisce a un medico di praticare l’interruzione di gravidanza, quel medico potrà sempre scegliere di fare il dentista o l’ortopedico, non deve necessariamente fare il ginecologo, ovviamente se opera nella sanità pubblica".

"La libertà di coscienza e l’obiezione di coscienza - proseguono i promotori - spesso sono confusi e sovrapposti e spesso anche da chi, per mestiere o per funzione, dovrebbe teoricamente essere in grado di conoscere le differenze tra l’uno e l’altro concetto".

Secondo Democrazia Atea, "la libertà di coscienza è un diritto fondamentale inviolabile che trova la sua fonte nella Costituzione e nelle Convenzioni internazionali sui diritti fondamentali dell’uomo. Ognuno può legittimamente rifiutarsi di compiere un atto doveroso - si osserva - se dall’esecuzione di quell’atto ne possa derivare una lesione di diritti fondamentali inviolabili. I diritti assoluti sono, a titolo esemplificativo, il diritto all’uguaglianza, alla non discriminazione, alla laicità dello Stato, alla salute, cioè tutti i diritti di rango costituzionale".

"Ma - osservano i promotori - con l’obiezione di coscienza invece non si denuncia alcuna incostituzionalità della norma che si intende disattendere e ciò che si invoca sono i personali convincimenti, politici o religiosi, attraverso i quali si ritiene di poter legittimare il proprio rifiuto. Quindi - concludono i promotori - nel caso della libertà di coscienza il rifiuto è motivato dalla lesione di diritti costituzionali, nel caso della obiezione di coscienza il rifiuto è motivato dalla lesione di convinzioni personali".

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