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Aborto: Ru486 in 7% Ivg 2011, nessuna complicazione immediata in 97% casi

11 aprile 2014 | 11.32
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Roma, 11 apr. (Adnkronos Salute) - La pillola abortiva è stata approvata in Italia nel 2009, dopo essere stata autorizzata per la prima volta in Francia circa 20 anni prima, nel 1988. Questo farmaco è stato usato nel nostro Paese, nel 2010, in 3.836 casi (3,3% del totale delle interruzioni volontarie di gravidanza in quell'anno) e in 7.432 casi nel 2011 (7,3% del totale). Questi dati evidenziano che in Italia, con il passare degli anni, è aumentato il ricorso all'aborto farmacologico per l'Ivg, in particolare da quando è stata autorizzata la sua commercializzazione. E' quanto rileva l'ultima Relazione al Parlamento sulla legge 194/78 del ministero della Salute.

Nel 98,7% dei casi queste Ivg sono avvenute entro i 49 giorni di gestazione, come indicato in Italia. Nel 96,9% dei casi non vi è stata nessuna complicazione immediata. La necessità di ricorrere all'isterosuzione o alla revisione della cavità uterina per terminare l'intervento si è presentata nel 5,3% dei casi. Anche al controllo post-dimissione, nel 92,9% dei casi non è stata riscontrata nessuna complicanza. Questi dati sono simili a quelli rilevati in altri Paesi e riportati in letteratura, assicura la relazione ministeriale.

La Ru486 nel 2010 è stata usata in tutte le regioni tranne Abruzzo e Calabria, e nel 2011 non è stata utilizzata solo nelle Marche. Il ricorso all'aborto medico varia molto per regione, sia per quanto riguarda il numero di interventi che per il numero di strutture. Non si sono evidenziate grandi differenze sulle caratteristiche socio-demografiche delle donne che ne hanno fatto ricorso, anche se in generale sono meno giovani, più istruite, in maggior proporzione di cittadinanza italiana e nubili rispetto a tutte le altre che hanno abortito nello stesso periodo.

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