Ai domiciliari un carabiniere e un'impiegata, fornivano informazioni e documenti agli studi legali
I carabinieri del comando provinciale di Roma hanno eseguito un’ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari, emessa dal gip del Tribunale di Roma, su richiesta dei pm della Procura di Roma, nei confronti di due dipendenti pubblici ritenuti responsabili, a vario titolo, di accesso abusivo a sistema informatico, corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio e falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Il provvedimento scaturisce da alcune denunce sporte dal Consiglio di Stato, che aveva segnalato alcuni accessi abusivi al suo sistema informatico e che hanno consentito a procura e carabinieri di individuare due dipendenti pubblici, un militare dell’Arma e un’impiegata amministrativa, che si prestavano ad acquisire indebitamente informazioni e documenti presso l'organismo giurisdizionale e, dietro compenso in denaro, li fornivano ad alcuni studi legali.
Sulla base degli indizi acquisiti, la procura ha indagato 20 avvocati di varie città italiane che si avvalevano dei servizi dei due dipendenti infedeli, sei dei quali sono stati sottoposti alla misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, disposta dal gip con la citata ordinanza.
I due dipendenti pubblici che erano già stati allontanati dal Consiglio di Stato nei mesi scorsi, si trovano ora agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.