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Iran: accordo su nucleare, così saranno eliminate le sanzioni/Aki

14 luglio 2015 | 15.29
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Foto Afp - AFP
Foto Afp - AFP

Il punto principale dell'accordo sul programma nucleare iraniano siglato a Vienna è la rimozione delle sanzioni internazionali imposte all'Iran. L'accordo prevede che le sanzioni vengano "eliminate e non solo sospese", come ha tenuto a precisare il presidente Hassan Rohani, illustrando e commentando il documento in un discorso trasmesso in diretta tv.

In base al testo di 159 pagine, denominato 'Joint Comprehensive Plan of Action', le sanzioni saranno eliminate in cambio di una serie di restrizioni al programma nucleare e in seguito alla verifica da parte dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea) del rispetto da parte dell'Iran degli impegni presi a Vienna. A questo proposito, Iran e Aiea hanno firmato stamattina una "roadmap", che il capo dell'Agenzia, Yukiya Amano, considera come un "significativo passo in avanti".

In teoria l'eliminazione è "immediata", come ha precisato lo stesso Rohani. Ma in pratica saranno necessari prima una risoluzione Onu (prevista in questo mese) e poi un certo periodo di tempo per permettere all'Aiea di fare le sue verifiche. In particolare l'Agenzia dovrà confermare che l'Iran mantenga presso l'impianto per l'arricchimento dell'uranio di Natanz non più di 5.060 centrifughe e che arricchisca uranio a un livello non superiore al 3,67% nel corso dei prossimi 15 anni, per uno stock massimo di 300 chilogrammi. L'Iran dispone attualmente di circa 12 tonnellate di uranio arricchito e, la parte eccedente i 300 kg, dovrà essere diluita o trasferita in un altro paese.

L'impianto di arricchimento di Fordow, vicino Qom, sarà trasformato in un centro di ricerca specializzato in fisica nucleare, non vi si potrà introdurre materiale fissile per 15 anni, mentre delle 2.800 centrifughe oggi operative solo 1.044 potranno rimanere in funzione. Le altre saranno trasferite presso un deposito sottoposto a ispezioni dell'Aiea e una parte (348) sarà usata per produrre isotopi destinati a fini medici.

L'accordo di Vienna prevede inoltre che il reattore ad acqua pesante di Arak sia modificato in modo tale da non poter produrre plutonio a sufficienza per la bomba nucleare. In particolare, l'impianto non potrà produrre più di un chilogrammo di plutonio all'anno e in tutto l'Iran non potrà esserci più della quantità di acqua pesante necessaria a far funzionare Arak. In base all'accordo, infine, l'Aiea potrà condurre ispezioni anche nei siti militari, come quello di Parchin, ma senza un automatismo. Sarà necessario cioè il via libera di Teheran.

Se l'Iran violerà uno di questi obblighi e degli altri previsti dall'accordo, la comunità internazionale potrà reintrodurre le sanzioni con una procedura che dura in tutto 65 giorni e che si apre quando uno Stato denuncia la presunta violazione a un collegio arbitrale composto da rappresentanti del gruppo 5+1, dell'Unione europea e dello stesso Iran. Il collegio avrà 30 giorni per decidere se portare la questione al vaglio del Consiglio di Sicurezza Onu, che avrà altri 30 giorni per esprimersi tramite una votazione a maggioranza in cui nessuno Stato avrà diritto di veto. Anche l'Iran potrà avvalersi all'arbitrato per questioni come le ispezioni.

Per quanto riguarda le varie tipologie di sanzioni, nel suo discorso Rohani ha affermato che saranno rimosse tutte, "compreso l'embrago sulle armi e le sanzioni su missili", ma anche "tutte le sanzioni finanziarie, sui trasporti, sulle raffinerie, sui metalli preziosi". In realtà, l'embargo Onu sulle armi resterà in vigore per altri cinque anni e quello sui missili balistici fino a otto anni.

Sempre Rohani ha spiegato che resta aperto il capitolo dei "beni a duplice uso, per i quali sarà creata un'apposita commissione che se ne occuperà". Secondo la definizione dell'Ue, i beni a duplice uso sono i prodotti, compresi software e tecnologie, che possono avere un utilizzo sia civile che militare e che possono avere sia un utilizzo non esplosivo sia un qualche impiego nella fabbricazione di armi nucleari o di altri congegni esplosivi nucleari.

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