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Adapt, liberalizzazione contratto a termine 'svuota' art.18

25 marzo 2014 | 18.10
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Adapt, liberalizzazione contratto a termine 'svuota' art.18

Modena, 25 mar. (Labitalia) - "Grandi erano le attese verso il Jobs Act annunciato da Matteo Renzi nella convinzione che fosse finalmente giunto il tempo delle scelte: doveva essere la svolta del contratto unico a tempo indeterminato, ma così non è stato". Inizia così il commento che Adapt University Press ha pubblicato in un e-book sul decreto-legge 20 marzo 2014, n. 34, 'Prime interpretazioni e valutazioni di sistema', curato da Michele Tiraboschi, docente di diritto del Lavoro a Modena.

"Il governo ha anzi approvato il suo esatto contrario -rimarcano gli esperti di Adapt- con una sostanziale liberalizzazione del contratto di lavoro a termine che già oggi copre il 60% degli avviamenti al lavoro. Nel breve periodo la misura è senza dubbio utile per riattivare il mercato del lavoro, tuttavia si pone in piena contraddizione, nel medio e lungo periodo, con la filosofia più volte annunciata di un Jobs Act a sostegno del lavoro di qualità e della lotta al precariato. Di fatto, viene così svuotato l'articolo 18, su cui si sceglie ancora una volta di non intervenire direttamente".

Positiva, invece, si rimarca, "la scelta di scommettere sull'apprendistato, quale canale privilegiato per l'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, anche se l'estrema semplificazione realizzata per decreto rischia ora di rivelarsi un boomerang con gravi danni per le imprese". "Infatti, per analogia, si ripropone il noto caso dei contratti di formazione e lavoro, giudicati dall'Europa come aiuto di Stato (con obbligo per le aziende di restituire gli sgravi) perché privi di un robusto contenuto formativo pubblico", si osserva.

Comunque, sottolineano gli esperti di Adapt, è caduto "ogni collegamento tra il Jobs Act americano e quello 'renziano' dopo una prima illusione data dalla 's' aggiunta al Job Act, che aveva fatto presagire un'attenzione verso i diversi 'lavori', e quindi una impostazione culturale attenta ai cambiamenti del mercato del lavoro".

Un'impostazione culturale che "è mancata", avvertono, così come "la dichiarazione del ministro Poletti per il quale 'nell'era Renzi la concertazione non è possibile', va nella direzione di una autoreferenzialità del governo a scapito della vera situazione del lavoro in Italia".

Poche, in ogni caso, le misure da subito operative contenute nel decreto-legge, sottolineano gli esperti di Adapt. "Il grosso dell'intervento di semplificazione del mercato del lavoro è rinviato a una legge delega, di cui non v'è ancora traccia, che dovrà essere incardinata in Parlamento con tutte le complicazioni e i tempi decisamente lunghi e incerti che questo comporta", conclude il commento.

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