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Contratti: Adapt, da Cgil Cisl Uil proposta importante ma deludente

19 gennaio 2016 | 14.03
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Emmanuele Massagli
Emmanuele Massagli

"La proposta per 'Un moderno sistema di relazioni industriali' presentata da Cgil Cisl e Uil è un documento importante, ma deludente". Lo dice a Labitalia Emmanuele Massagli, presidente di Adapt, l'associazione di studi fondata da Marco Biagi nel 2000 per promuovere, in un'ottica internazionale e comparata, studi e ricerche nell’ambito delle relazioni industriali e di lavoro.

"Importante -spiega Massagli, che è un giuslavorista- perché il sindacato è riuscito in extremis a ritrovare una unità persa da molti anni, addirittura condividendo temi delicati per la storia delle diverse sigle come la partecipazione, la bilateralità e il welfare aziendale, a testimonianza di una reale e costruttiva volontà di tornare ad essere interlocutori credibili della politica, essendo l’accordo una risposta alla volontà del governo di legiferare in materia di salario minimo e regole della rappresentanza".

"Deludente -precisa Massagli- perché disinteressato a creare una piattaforma di effettivo confronto con le imprese e più concentrato agli equilibri endosindacali, nonostante i tanti tavoli di rinnovo contrattuale fermi da anni".

Non solo. Per il presidente di Adapt, il documento dei tre sindacati confederali è "deludente anche nei contenuti principali del documento, ovvero le regole, gli assetti contrattuali e lo stesso salario". "Su questi argomenti il sindacato non si è mosso rispetto a quanto condiviso nell’accordo 23 luglio 1993, diverse 'ere economiche' fa", rimarca.

"A detta della 'triplice', il contratto nazionale è ancora il 'regolatore salariale' che decide se e cosa delegare al secondo livello, nonostante il decentramento realizzatosi de facto negli ultimi 15 anni dimostri il contrario e l’individualizzazione del rapporto di lavoro incentivata dal Jobs Act rischi di scardinare tutti gli assetti regolatori fin qui conosciuti", osserva Massagli.

"Particolarmente stupefacente, infine, è l’esplicita apertura all’attuazione dell’articolo 39 della Costituzione, ovvero l’accettazione dell’intrusione dello Stato e della legge (e quindi delle procure) nell’autonomia collettiva. Se il governo asseconderà questa richiesta (e forse non aspetta altro) improvvisamente il sindacato italiano perderà uno dei suoi connotati più originali (l’autonomia appunto), aprendo una nuova fase della sua storia", conclude Massagli.

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