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Umberto Eco, l'omaggio di Milano allo scrittore

23 febbraio 2016 | 15.22
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I funerali di Umberto Eco al cortile della rocchetta al Castello Sforzesco (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)
I funerali di Umberto Eco al cortile della rocchetta al Castello Sforzesco (FOTOGRAMMA) - (FOTOGRAMMA)

Volti sconosciuti di chi ha semplicemente letto i suoi libri, ex studenti, ma anche personalità del mondo della cultura: sono in molti a rendere omaggio al Castello Sforzesco di Milano a Umberto Eco, morto a 84 anni. Una cerimonia funebre laica - a cui la moglie Renate e i figli Stefano e Carlotta hanno riservato spazio alla stampa - per ricordare l’uomo, lo studioso e lo scrittore (FOTO).

La bara di legno chiara - con fiori chiari di campi sopra - ha alle sue spalle le corone di fiori del Presidente della Repubblica e della presidenza del Consiglio dei ministri. Tra i presenti i ministri Dario Franceschini e Stefania Giannini, l'amico di sempre Moni Ovadia e il mondo dell'editoria.

"Eco andava guardato come si guarda un quadro, un paesaggio. Guardandolo era possibile capire che in quei silenzi stava consultando la sconfinata biblioteca che aveva dentro di sé" ha detto il ministro Franceschini.

Per il ministro dell'Istruzione, "se dovessi azzardare una sintesi, il professore Umberto Eco è il simbolo del classicismo innovatore di cui c'è ancora bisogno oggi e di cui il nostro Paese è portatore nel mondo". Con la sua scomparsa, "abbiamo perso una grandissima personalità, un maestro, un affetto importante non solo di una famiglia ma di un Paese; non abbiamo perso la sua lezione che deve essere continuata. Oggi, carissimo Umberto Eco, non è un addio".

L’ultimo saluto è accompagnato dalle note de 'La follia' di Arcangelo Corelli, che Eco suonava sempre insieme e Gianni Coscia, amico e fisarmonicista alessandrino. Tra le personalità del mondo della cultura, anche Roberto Benigni , che già a giugno 2011 era alla rocca di San Leo nel Riminese per il conferimento a Eco della cittadinanza onoraria del borgo dell'Alta Valmarecchia.

Per il Premio Oscar, Umberto Eco "faceva bene al mondo, era una cosa bella. Peccato che non ci sia più perché di persone come lui ce n'è più bisogno sulla terra che in cielo. Lì ce n'è tante di belle persone, qua ne rimangono poche; quindi quando si perde una persona così è un grande dolore".

Il loro rapporto d'amicizia "era iniziato tanto tanto tempo fa" e "ci si voleva bene - ha detto il comico toscano ai microfoni di 'Repubblica Tv' accompagnato dalla moglie Nicoletta Braschi - non aveva nulla di speciale Umberto se non che quando arrivava lui diventava tutto speciale, c'era un luccichio, arrivava un vento, faceva bene al mondo".

Presenti anche Moni Ovadia, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, il sindaco di Torino Piero Fassino, i sindaci con i gonfaloni di Alessandria, città natale dello scrittore, e di Monte Cerignone, il paese delle Marche dove si trova la sua casa di campagna e di San Leo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha mandato, dopo il telegramma alla famiglia, una corona con corazzieri.

Presente inoltre Francesco Ubertini, rettore dell'Università di Bologna, ateneo in cui lo scrittore era professore emerito e presidente della Scuola Superiore di Studi Umanistici. I vertici dell'università bolognese hanno portato a Milano la toga dell'Alma Mater dove Eco era professore da oltre 41 anni.

Tra gli amici più intimi, Elisabetta Sgarbi e gli altri con cui ha condiviso la sua ultima avventura, la nascita della casa editrice 'La nave di Teseo' per la quale uscirà sabato 27, in anticipo, l'ultimo libro di Eco, 'Pape Satàn Aleppe'. Nel Cortile della Rocchetta presenti anche il presidente della Rai Monica Maggioni e il direttore generale Antonio Campo Dall'Orto.  

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