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Adozione per figlio coppia dell'acido

19 gennaio 2018 | 18.01
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(Fotogramma)
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La Cassazione ha confermato l'adottabilità del figlio di Martina Levato e Alexander Boettcher, entrambi condannati rispettivamente a venti e ventitré anni di carcere per le aggressioni con le acido. I genitori, si legge nel dispositivo della sentenza, "non sono in grado di garantire l'inserimento del minore in un ambiente familiare idoneo a sopperire i suoi pressanti bisogni evolutivi, tenuto conto della lunga durata della detenzione in carcere". La Corte ha rigettato i ricorsi contro la decisione del Tribunale dei Minori di Milano, che aveva dichiarato l'adottabilità, definendoli "infondati". Non sono adeguati a curarlo neanche i nonni, che hanno, secondo i giudici, "evidenziato mancata consapevolezza della gravità dei comportamenti dei loro figli". La detenzione di lunga durata costituisce una "causa di forza maggiore che oggettivamente impedisce un adeguato svolgimento delle funzioni genitoriali, incidendo negativamente sul diritto del bambino a vivere in un contesto familiare unito e sereno negli anni più delicati della sua crescita", si legge ancora nella sentenza.

L'avvocato della Levato, Laura Cossar, è pronta al ricorso alla Corte Europea. "Andremo a Strasburgo, anche se difficilmente, purtroppo, ci potrà portare indietro il bambino", spiega.

La Procura generale della Cassazione, nel novembre scorso, aveva chiesto di revocare l'adottabilità del bambino di Martina Levato, dichiarata dal Tribunale dei Minori di Milano, sostenendo che i nonni, i genitori di Martina, avessero tutte le carte in regola per prendersi cura del piccolo. Secondo la Cassazione, però, la detenzione della Levato è "troppo lunga e i nonni terrebbero il figlio troppo invischiato nella vicenda. Una motivazione pretestuosa", sottolinea sempre Cossar.

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