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Carceri: Sofri consulente riforma, sindacati polizia in rivolta

23 giugno 2015 | 14.46
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Adriano Sofri (Infophoto) - INFOPHOTO
Adriano Sofri (Infophoto) - INFOPHOTO

"Si è sollevato un piccolo chiasso attorno alla mia 'nomina' da parte del ministro della Giustizia come 'esperto' di carcere. Il mio contributo si era limitato a una conversazione telefonica con un autorevole giurista, e all’adesione a una eventuale riunione futura. Alla quale invece non andrò, scusandomene coi promotori, perché ne ho abbastanza delle fesserie in genere e delle fesserie promozionali in particolare". Così, in un intervento pubblicato sull'edizione on line de 'Il Foglio', Adriano Sofri risponde alle polemiche sollevatesi attorno alla sua nomina a consulente per la riforma del sistema carcerario, smentita poi dal ministero della Giustizia.

A Sofri, ha reso noto il ministero in una nota, non è stato affidato "nessun incarico di consulenza". Il discorso era limitato alla "partecipazione al tavolo di discussione su 'Cultura, istruzione e sport nel carcere'" nell'ambito degli Stati generali sull'esecuzione penale. "Gli Stati generali sull'esecuzione della pena appena avviati dal ministero -si legge- costituiscono una innovativa procedura di consultazione pubblica da sviluppare essenzialmente attraverso il dibattito telematico - sui temi collegati alla pena e alla sua percezione sociale, cui partecipano magistrati, dirigenti penitenziari, educatori penitenziari, garanti dei detenuti, professori e ricercatori universitari, avvocati, rappresentanti del volontariato e dell'associazionismo civile, ma come tale aperta ad ogni contributo di idee e di esperienze, anche delle persone detenute o che sono state tali perché definitivamente condannate".

"Con tutta evidenza, in nessun modo può la partecipazione a quella procedura considerarsi come un incarico di consulenza, trattandosi unicamente della promozione di un dibattito pubblico intorno ai temi del carcere, della pena e della condizione delle vittime dei reati finalizzato all'elaborazione delle proposte invece richieste dal ministro -conclude la nota- ad un apposito Comitato scientifico, composto da eminenti personalità accademiche e della società civile".

Il comunicato del ministero è arrivato in una giornata caratterizzata dalle posizioni assunte dai sindacati della polizia e della penitenziaria prima delle parole diffuse da via Arenula. Il Sappe aveva parlato di "scelta inspiegabile fatta per cercare una sua riabilitazione politica", mentre secondo il Coisp la "folle decisione di coinvolgere individui dal tale passato, senza alcuna competenza specifica, è stata presa solo per attirare l'attenzione". Sulla stessa linea la Consap che aveva bollato la scelta come "vergognosa" e annuncia di aver lanciato una petizione on line "per chiedere al Capo dello Stato di evitare questo schiaffo alla memoria del commissario Calabresi".

Dopo il passo indietro, il Sappe ha preso atto "con favore che Adriano Sofri ha rinunciato all’incarico di coordinatore del tavolo tecnico istruzione, cultura, sport decretato con atto ufficiale del ministro della Giustizia del 19 giugno scorso. Resta inteso che le fesserie di cui parla Sofri non possono essere certo i dati oggettivi forniti sulla sua nomina ministeriale, avvenuta per decreto, ma evidentemente quelle ricostruzioni o quelle giustificazioni che non reggono con la realtà oggettiva delle cose".

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