(Aki) - Msf ritiene poi che ''negli ultimi 12 anni le decisioni prese dai governi su dove e come fornire assistenza in Afghanistan si sono troppo spesso basate su considerazioni diverse rispetto ai bisogni della gente, come la stabilizzazione, le strategie anti-rivolta o la volontà di ‘conquistare i cuori e le menti’ degli afghani. Il risultato è che ci sono ancora gravi lacune nella risposta ai bisogni urgenti causati dal conflitto in corso''. L'organizzazione rivolge quindi un appello ai ''donatori internazionali, il sistema degli aiuti e le autorità afghane (che, ndr) devono rispondere urgentemente alle gravi carenze dell’assistenza sanitaria e mettere da parte ogni considerazione diversa dai bisogni delle persone''.
Il testo sottolinea poi che ''l’interruzione dei servizi medici colpisce in maniera sproporzionata chi vive in zone contese sul piano militare. L’insicurezza e il limitato accesso a quelle comunità da parte delle autorità sanitarie e delle organizzazioni umanitarie, compresa Msf, impediscono una risposta sostenuta o adeguata. Per raggiungere le persone più vulnerabili, le organizzazioni umanitarie dovranno come prima cosa negoziare con tutte le parti del conflitto la loro possibilità di accesso. Allo stesso tempo, tutte le parti del conflitto devono fare molto di più per garantire la possibilità di fornire cure mediche imparziali a tutti i malati e i feriti''.